Tintu, il Clan e gli anni Sessanta

Tintu è lo pseudonimo di Elisa Martin, voce solista di uno dei progetti più particolari che si vide in giro nel Pinerolese a inizio millennio. La formazione, il cui nome completo era Tintu e i Ragazzi del Clan, anticipò di qualche anno certe mode nostalgiche verso gli anni Sessanta e le loro atmosfere sonore, che di lì a poco inonderanno tutto il mondo musicale mondiale. Solo nel 2006 Amy Winehouse raggiunge la notorietà planetaria col suo “Back to Black”; in Italia Nina Zilli fa l’esordio discografico nel 2009. A Pinerolo invece, l’idea di riscoprire la musica di quarant’anni prima era già venuta ad alcuni baldi giovani nella prima metà del decennio. Tintu, Maurizio Fedele (Chitarra), Marco Catania (Basso), Marco Gentile (Tastiere), Carlo Scozzese (Batteria), Gabriele Biei (Trombone) e Mattia Siccinio (Sax), furono il nucleo dei Ragazzi del Clan. La scelta di repertorio andava sui grandi classici italiani dell’epoca – “Nessuno mi può giudicare” della Caselli, “Vulcano” di Mina, “Il capello” di Edoardo Vianello, tanto per ricordare qualche titolo – sui quali i musicisti del Clan, che erano e sono dei fini esecutori e/o compositori, operavano un leggero ma sostanziale ribaltamento a livello di arrangiamento per renderli più vicini alle sensibilità d’ascolto del nuovo millennio.

Per il momento “amarcord”, vi riproponiamo alcuni scatti risalenti agli anni d’oro di Tintu e i Ragazzi del Clan, vale a dire tra il 2003 e il 2004.

Ones


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Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

http://groovin.eu

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