Groovin’ 2002: intervista a Mio Nakamura

Dopo aver intervistato Douglas Docker, nel 2002 contattammo un’altra figura che fu protagonista dei Night Fever, la band che riportò la dance anni Settanta sui palchi pinerolesi. Stiamo parlando di Mio Nakamura, voce e chitarra di quel gruppo fugace quanto fondamentale per le carriere di chi continuò il progetto. Oggi come allora, Mio vive e lavora in Svezia. Ha suonato nel secondo disco dei Docker’s Guild, il progetto di Douglas Docker, e attualmente è ancora parte dei Frantic Amber, band death metal melodico svedese caratterizzata da una massiccia presenza di musiciste donne, nella quale è entrata nel 2009. Vi riproponiamo l’intervista che le facemmo nel 2002 che rappresenta uno dei momenti più interessanti del Groovin’ classico. Buona lettura.

Ones


Da www.groovin.it – 2002

Era il 1997. Nelle discoteche imperversava la techno coi suoi suoni elettronici, la sua elevata densità ritmica, il suo incalzare ipnotico. Le abitudini “live” del pubblico Pinerolese invece erano legate al mondo del punk socio-politico e delle Posse. Nulla quindi lasciava presagire l’inaspettato quanto sorprendente successo ottenuto dai Night Fever che, anticipando di alcuni anni le mode di fine millennio, riscossero consensi generali riproponendo un repertorio plasmato col sound ed i successi della disco-music anni 70, in un’epoca in cui questo poteva apparire quanto meno anacronistico. Invece, piacque a tutti quella band, caratterizzata, oltre che da un curatissimo aspetto scenico, soprattutto dalla presenza di due personaggi piuttosto atipici: un tastierista di origini franco-americane dalla fulgida chioma bionda, e un’avvenente front-girl, voce e chitarra in possesso di passaporto svedese ma con nome e lineamenti che tradivano un’inequivocabile origine orientale. Douglas Docker e Mio Nakamura furono i primi ad abbandonare quel progetto in seguito a dissidi interni, ma l’idea originale che ne stava alla base era talmente vincente che i musicisti rimasti continuarono il percorso intrapreso e nacque così una delle band più importanti che il Pinerolese abbia sfornato negli ultimi vent’anni: i Disco Inferno. 

Ma che fine hanno fatto Douglas e Mio? Douglas Docker è stato ospite di Groovin’ alcuni mesi fa quando ci ha rilasciato un’interessantissima intervista, mentre Mio Nakamura, sua compagna di allora, ha fatto perdere le sue tracce. Grazie anche all’aiuto di Douglas, siamo riusciti a rintracciarla nel cuore di Stoccolma, città dove risiede attualmente, e l’abbiamo invitata ad aggiornarci sulla sua vita attuale.
Sono tornata in Svezia dopo 7 anni all’estero – ci racconta -, 4 anni a Los Angeles e 3 in Italia, a Luserna S.Giovanni. Attualmente vivo con il mio fidanzato Jim, conosciuto a Roma nell’estate 2000, mentre entrambi frequentavamo un corso di Karate tenuto a Frascati. Durante una passeggiata in città, chiacchierando, scoprimmo di essere quasi vicini di casa!
Dopo aver lasciato l’Italia nel 1998, le attività intraprese da Mio sono state innumerevoli, ma tutte in qualche modo legate al mondo della musica: “Nel 1998 – continua Mio Nakamura – sono entrata a far parte di una band tutta femminile, le GR NA BNOR (che significa “fagioli verdi”), come chitarrista. Sempre come chitarrista, ma in un altro gruppo, l’anno successivo sono stata in Bosnia, al fianco dell’esercito, a suonare per i soldati svedesi delle Nazioni Unite. Nel 2000 sono stata accettata al Music College di Stoccolma dove ho iniziato un corso triennale per conseguire il diploma di insegnante di canto“.
Nel 2002 – conclude – ho lasciato i “fagioli verdi” per unirmi ad una band con la quale avevamo ottenuto un contratto di due settimane per suonare sulle navi da crociera Silja Serenade e Silja Festival, nel tratto di mare tra Stoccolma e la Finlandia. Il contratto successivo però aveva la durata di un mese e fui costretta a rinunciare. Troppo impegnativo stare via così tanto e contemporaneamente continuare gli studi.” 
Quindi una Mio Nakamura ancora molto coinvolta nel mondo delle sette note, ma principalmente come chitarrista e non come cantante: “Per un po’ di tempo non sentivo più stimoli nel cantare, per questo negli ultimi anni mi sono dedicata prevalentemente alla chitarra. Ora però mi sento nuovamente pronta“. Qualche cosa in programma? “Intanto sto per diplomarmi. Attualmente sto preparando il mio concerto-esame che si terrà il 19 maggio all’Anchor Pub di Stoccolma. Il repertorio che ho scelto include brani di artisti e gruppi quali Led Zeppelin, Chaka Khan/Mr Mister, Marlene Farmer, Dream Theater, Mothers Finest; pezzi tratti dal musical RENT e brani dei Nightwish, un gruppo metal finlandese, la cui cantante è un’operista; un mix tra Enya e Luca Torelli (un chitarrista Italiano). Come vedete c’è molto rock, ma lo stile di canto è piuttosto vario, dall’opera al blues, al soul“.

Mio non si occupa solamente di musica in modo attivo e pratico, ma anche da un punto di vista teorico: “Ho appena terminato – ci spiega – uno studio sul canto gutturale e sulla sovrapposizione armonica tipica del Tibet, della Mongolia e di Tuva. Si tratta di una tecnica particolare di canto che permette di emettere due note contemporaneamente. Ho appreso che un sistema simile viene utilizzato anche da alcuni gruppi popolari sardi“.
Naturalmente non potevamo non approfittare della disponibilità di Mio per chiederle qualcosa sulla sua esperienza italiana che, seppur per un breve lasso di tempo, la vide protagonista molto apprezzata. “Dell’Italia ricordo le splendide montagne, il vino, la “Tuma” e la “Bagna Caoda”, il prosciutto crudo, la pasta ed il clima, eccellente in primavera e in autunno, orribile e caldo in agosto“. Ma la nostra curiosità immediatamente si sposta verso quella che forse fu l’esperienza musicale italiana più importante tra quelle vissute da Mio, quella nei Night Fever. Da fondatrice all’abbandono precoce, malgrado i crescenti consensi che il gruppo otteneva di concerto in concerto. Cosa successe? “Non si andava d’accordo, troppi volevano essere leader; troppo diversi gli obiettivi di ognuno” Nessun rimpianto, considerato anche il grande successo che i Disco Inferno stanno ottenendo ancora oggi su tutto il suolo nazionale? “In realtà sono contenta che i Night Fever siano potuti essere una sorta di rampa di lancio per gli altri, che forse hanno capito che è possibile ottenere dei grossi risultati nella musica. L’essenziale è provarci, specie se questo è accompagnato dal coraggio di essere differenti ed originali. All’inizio gli altri musicisti erano spesso contrari a quanto proposto da me e Douglas, ma alla fine hanno capito le potenzialità insite in quel progetto ed hanno portato avanti la nostra idea iniziale“.
Allarghiamo il campo della nostra chiacchierata e chiediamo a Mio un parere sul mondo della musica mondiale di oggi, afflitta da numerosi problemi economici dovuti ad un notevole decremento delle vendite: “Credo che gli operatori dell’industria musicale siano uomini d’affari o banchieri prima che musicisti. Sono più interessati a fare soldi, a vendere (di tutto). In questo modo si abbassa la qualità degli artisti, più attenti all’immagine che non alla cura del proprio talento musicale“.
Concludiamo la nostra breve chiacchierata, chiedendo all’artista svedese se ha in previsione di ritornare in Italia nel prossimo futuro: “Non sono affatto certa se si farà – risponde – ma stiamo programmando, con uno dei nostri insegnanti, un viaggio di studio tra Napoli e Pompei in Agosto. Vedremo…” 

Ringraziamo Mio Nakamura per la disponibilità concessaci che ci ha permesso di rivivere idealmente per qualche attimo un passato piuttosto recente, fino alle radici di quello che rappresenta buona parte dello scenario musicale pinerolese di oggi. Ci aspettiamo un suo ritorno in Italia e naturalmente la invitiamo a essere nuovamente ospite delle nostre pagine in qualunque momento lei ne abbia piacere.
Thanks a lot!

ones

Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

http://groovin.eu

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