Marco “Benz” Gentile: la musica come karma

Amici di Groovin’, i pareri in quanto tali sono prettamente soggettivi e non definitivi. Ci tengo però a condividerne con voi uno mio personalissimo sicuro di non essere contraddetto. Un mio vecchio amico ha sempre sostenuto che “dove senti che soffia c’è jazz”. Prendendo spunto da questa perla di saggezza, butto li un mio conio: “dove senti buona musica, c’è Benz”. Benz, all’anagrafe Marco Gentile. Il nostro ospite di questa settimana.

Nato a Moncalieri nel 1983, intraprende lo studio del violino con Guido Rimonda all’età di sette anni. Si diploma al Conservatorio “G. Cantelli” di Novara, sotto la guida di Pier Giorgio Rosso. Nel contempo, seguito da Maurizio Redegoso, affianca allo studio del violino quello della viola, diplomandosi al Conservatorio di Novara. Musicista e personalità estremamente eclettica, lo abbiamo intervistato per cercare di entrare nel suo mondo artistico fatto di varietà, idee e tanta tanta qualità.


Polistrumentista, arrangiatore, produttore, compositore… ti ascolto fare ska reggae alla chitarra e dico Benz è un chitarrista, poi vengo a vedere un concerto di Bianco metti due note al piano e mi auto correggo… no è un pianista… quindi mi faccio un aperitivo a Torino dove suoni il violino con gli Ashville e vado in confusione…facci chiarezza… chi è Marco Benz Gentile?

“Sono uno a cui piace parecchio suonare e creare musica. Di quando ero bambino se dovessi stringere parecchio ricordo tre cose divertenti, stare sugli alberi – la bmx – suonare. Penso anche che sulle proprie passioni uno cerchi di superare i limiti, non di starci dentro, per cui sulla musica, dove c’era margine, ho aperto abbastanza, ho buttato benzina sul fuoco e facendo così insomma le cose si fanno. Sul polistrumentismo mi viene da dire che dopo un po’ che cucini arrosti magari un giorno ti viene voglia di provare a fare la cheesecake, no? Potessi avere giornate triple studierei ancora, ci sarebbe da studiare e ampliare sempre, come tutte le cose fighe nella vita, sono capitoli infiniti, non limitati”.

Si lavora per ottenere soddisfazioni e realizzarsi, almeno questo è il nostro pensiero… in ormai un paio di decenni di carriera musicale…raccontaci soddisfazioni e perché no anche qualche ostacolo che hai dovuto superare.

“Sono abbastanza soddisfatto di quello che per ora ho vissuto da musicista (più o meno vent’anni), ho avuto la fortuna, stando in giro, di incontrare tanta gente, nuova, ogni giorno, ogni tanto hai bisogno di un periodo così, anche se non lo sai quando poi sei in tour te ne rendi conto. Ne avevi bisogno, serve a ri-tarare la bolla del cervello, quella che ti dice teoricamente cosa è dritto e cosa è storto. Poi ho conosciuto e frequentato alcuni grandi musicisti e maestri di tutto il mondo, gente che ha inventato generi musicali, o un modo di suonare che è rimasto nella storia, e questa la considero una fortuna pazzesca. Ho suonato centinaia di concerti, soprattutto apprezzo il fatto di aver viaggiato per farlo e quindi di aver visto qualcosa della enorme varietà umana, cosa che reputo preziosa di questi tempi che ci vedono in loop in un ego trip condiviso, davanti al nostro specchio delle brame/smartphone/totem. Quali ostacoli ho incontrato nel mio percorso musicale? La mediocrità, la superficialità, l’ego smisurato di alcuni, tutti aspetti che rendono tutto molto molto faticoso”.

Domanda che ti avranno fatto in tanti… ti abbiamo visto in tv con Gramellini. Considerazioni di quell’esperienza?

“A me i backstage sono sempre piaciuti tantissimo e l’esperienza in Rai è stata vivere qualche mese nel paese delle meraviglie del backstage, quindi bene. Poi sei dentro ad una grande produzione televisiva quindi è interessante per mille motivi per chi lavora nel mondo dello spettacolo (se vuoi un giorno ci beviamo una birra e ti racconto due ore di cose). Aggiungi a tutto questo che durante quel lavoro sono stato innamorato di Ambra Angiolini per almeno 5 settimane… per chiudere, le telecamere sono una palestra, vanno affrontate in qualche modo, quindi è utile averci a che fare ogni tanto…”

Navigando tra i tuoi lavori ci casca l’occhio sul concerto spettacolo DANZA, MUSICA LIVE E VISUAL con MM Contemporary Dance C., Africa e Architorti e poi Peter Greenwaway + Architorti – Film and Music. Musica in connubio con diverse forme di espressione artistica. Due parole su questo?

“Difficile dare una risposta non banale, non ce la farò infatti. Penso che l’uomo sia strutturato naturalmente per fruire di esperienze cross-disciplinari, la musica di per sé è un elemento che può vivere autonomamente, è un’espressione artistica finita in sé stessa, che non ha bisogno di altri elementi per esprimersi e realizzarsi. Quando si accosta la musica ad altre discipline si completa potenzialmente l’impatto narrativo o emozionale di un lavoro, o meglio, quando questo avviene, il tentativo è dalla partenza quello di creare un lavoro di un altro tipo rispetto ad un lavoro musicale puro, più completo e ricco(?). A volte è la musica ad essere al servizio delle immagini o della danza, a volte l’opposto, come sempre poi ci sono opere di basso e di alto livello, e alcuni lavori dove ogni disciplina raggiunge livelli altissimi. Parlando di cinema io condivido con M. Robino la fortuna di collaborare con un grande maestro del cinema, è una cosa che ci ha insegnato tanto, anche proprio sul nostro terreno, la musica…”

Architorti, Africa, Greenaway, Vergnaghi, Quartetto Maurice, T-bone & the Young Lions, Mao, Giuliano Palma, Hillyard, Meg, Bianco e molto altro…passato, presente e futuro?

“Ci sono collaborazioni che fai e che non è detto che ricapitino tutti gli anni come è successo con i Subsonica per una versione acustica di un loro brano, o con Coez per due brani in un suo disco, o cose quasi fortuite come aver condiviso il palco con Teho Teardo e Blixa Bargeld per la loro data torinese. La maggior parte invece continuano negli anni, come quelle con Mada e Bunna e gli Africa Unite, Meg, Dave Hillyard, Larry MacDonald, Architorti, Peter Greenaway, ne ho di aperte e di apribili e nel futuro vedremo, è un fatto chimico e karmico”.

Prosegue il nostro challenge. Un artista curioso e tendente alla conoscenza come te avrà nel suo cassetto qualche curiosità da chiedere ad un musicista pinerolese… da chi andrà Groovin’ anche per te?

“Uno con cui è sempre illuminante parlare di musica, Olmo Costa”.


Questa veloce chiacchierata ci ha fatto conoscere un Benz capace di fermarsi, all’interno del vortice della vita. In grado di voltarsi anche indietro per riflettere sui piaceri che provava da bambino o sulle aspirazioni ed i sogni del Marco Gentile ragazzo. In quest’ottica ascoltiamoci la nostra “esclusiva” audio della settimana. Il brano si intitola “May”, dove Benz ci spiega appunto (E VISTA LA BELLEZZA DEL COMMENTO ABBIAMO VOLUTO LASCIARLO PRATICAMENTE INTEGRALE) come per noi, non abbia voluto presentarci un suo lavoro futuro, ma andare a toccare le corde malinconiche dell’introspezione. “Questo brano faceva parte del disco mai pubblicato di Obomobo, la band formata da me, Pakko e Olmo (Costa)… Questo è l’unico brano del disco che avevo registrato io come demo a casa, da solo, anni prima di fare il disco e che poi è rimasto così anche nel disco finito. Ci piaceva un casino il mood che era uscito fuori in quella mia take casalinga e abbiamo deciso di non ri-registrarlo nella versione “in bella”…avrò avuto 18 anni …ho registrato voce e chitarre e pioggia sul vetro (che romanticone) con un mic AKG di mio padre di quelli iper direzionali chiamati in gergo “fucili” perché sono microfoni lunghi (60 cm circa), lui lo usava per la sua attività di ricerca ornitologica di rapaci nei boschi, puntandolo in direzioni diverse riusciva a capire in quale direzione nel bosco a distanza di chilometri stesse cantando il gufo di turno… È un pezzo in 3/4, era maggio e io iniziavo a pensare ad andarmene di casa. Classici temi di quell’età con un discreto carico di malinconia adolescenziale che a noi piaceva tanto, ma che volete, noi ragazzi di campagna siamo così, cantiamo di cose semplici”.

May – Marco ‘Benz’ Gentile

Ma non ti preoccupare Olmo e preparati. Noi di Groovin’ ci commuoviamo ma poi non dimentichiamo gli obiettivi. A breve ti ritroverai una nostra notifica. Una richiesta di contatto. Anche tu passerai sotto la lente di Groovin’. Perché la gente vuol sapere. E noi glielo diciamo.

Nico

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