Yendry Fiorentino: meglio brillare di luce propria

Amici di Groovin’ eccoci di nuovo qua. È di nuovo il tempo di prendersi una pausa dal coas delle nostre giornate lavorative. Il tempo di un caffè o di un thé. Insomma è il momento di un nuovo graditissimo ospite della nostra rubrica alla ricerca dei nostri conterranei sulla strada del successo. Questa settimana abbiamo incontrato una ragazza che a soli 18 anni ha conosciuto un primo grande picco di notorietà arrivando nella 6° edizione di X Factor al 5° live, facendo parte della squadra di Elio. Ma soprattutto abbiamo conosciuto una ragazza che dopo 7 anni è profondamente maturata ed è stata capace di disegnarsi un progetto estremamente personale. Alla continua ricerca di un proprio stile, convinta nell’urlare forte a tutti chi è veramente. Amici di Groovin con piacere a voi Yendry Fiorentino:

Dai Yendry rompiamo il ghiaccio, così ci togliamo il dente. Pronta? Esperienza X-Factor… te lo avranno chiesto anche in piemontese, “di ma cum’a l’era stu X Factor?” Però è così che ti abbiamo conosciuta. Puoi raccontarci un po’ di quello che non si vede nei live, nei daily. Un piccolo segreto solo per noi da quell’esperienza.

X factor è stata un’esperienza bellissima e traumatizzante allo stesso tempo. Un po’ per il fatto che ero diciottenne e non avevo idea di cosa fare della mia vita, un po’ perché la tv in sé è un mondo abbastanza asettico e ha poco a che vedere con la musica. Mea culpa, che sono andata ai provini senza aver mai guardato il programma e senza sapere realmente cosa aspettarmi! Inoltre, il pubblico da casa non ha mai avuto chiare alcune cose: i brani non vengono scelti dai ragazzi, se si è dentro non si può uscire perché si firmano dei contratti, la tv non mette mai la musica al primo posto. Tolto questo, ovviamente mi sono divertita un sacco e grazie a quel programma ho imparato tanto e sono cresciuta sia a livello musicale sia a livello personale. 

I talent, forse quando ci sei passata tu erano al top. Ora se posso condividere con te una riflessione, pur muovendo ancora grandissimo seguito, li trovo un po’ stanchi, non volendo dire vecchi. A me pare che i giovani e di conseguenza le produzioni, sempre più rivolgano la ricerca di nuove figure in altri ambienti. Cosa ne pensi?

Sono d’accordo con te. Io non ho la tv in casa, quindi non sono ben aggiornata, ma credo che ormai con il boom che ha avuto internet (youtube, spotify, webzines) i talent stiano perdendo seguito e non solo in Italia. Forse ci si è resi conto che grazie ad essi si scovano nuovi talenti, ma si rischia di rovinarne altri. La fama improvvisa ed effimera che ne deriva, non ha paragoni rispetto a quella che si guadagna facendo vera esperienza. 

Abbiamo ascoltato il tuo lavoro del 2018 con il progetto “Materianera” dal titolo “Abyss”. Ricordo di aver ascoltato a ripetizione la tua interpretazione di “Looked Out of Haeven” di Bruno Mars nei live di X-Factor. Sembrava la tua strada fosse quella. Un Funky Black che mettesse in risalto la tua voce calda e sfruttasse la tua immagine. Invece in brani come “Darkest Abyss”, “Ocean” ma soprattutto “Mr. Medicine” e “Hole in the Water” scopriamo una Yendry, sempre vagamente black, ma sicuramente molto electro-pop, un po’ Missy Elliot. Un’evoluzione o da sempre la vera Yendry Fiorentino?

Sicuramente c’è stata un’evoluzione. I gusti musicali si evolvono continuamente durante il nostro corso, direi per fortuna considerando ciò che tutti ascoltavamo da teenager. La Yendry di X Factor comunque non è mai stata quella vera, sono stati scelti brani per me, stili e outfit che probabilmente non mi riguardavano. Le scelte musicali non coincidevano affatto con ciò che ascoltavo e cantavo in quel periodo (Massive Attack, The Chemical Brothers, Lana del Rey, James Blake, Frank Ocean, Tyler The Creator, The XX, Dillon, Groove Armada, ecc..). Con “Materianera” abbiamo avuto il lusso di poter fare la musica che volevamo, senza limiti e senza compromessi. Continuo ad evolvermi e sto lavorando ad un progetto in spagnolo, non posso prevedere come andrà, ma sono felice di sperimentare con la musica e immergermi in mondi a me sconosciuti. Mi capita spesso che mi chiedano che genere di musica canto: è impossibile rispondere correttamente, tutti noi siamo il risultato di ciò che ascoltiamo fin da piccoli e del nostro background culturale familiare. Io amo la musica soul, cosi come l’r’n’b, la salsa, l’elettronica e l’hip-hop, non potrei mai rinchiudermi in una casella sola. 

Quando ci siamo sentiti via mail, mi hai parlato di essere in un periodo molto intenso. Date in giro per l’Italia, un nuovo progetto. Noi siamo molto curiosi e vogliamo, se possibile, sapere tutto. Un
nuovo disco in cantiere?

Con i Materianera siamo tornati da un piccolo tour in giro per l’Italia a marzo, sicuramente avremo delle date quest’estate e ci rimetteremo di nuovo in pista per un nuovo album. Io nel frattempo sto lavorando ad un progetto da solista in spagnolo, con cui spero di uscire prima dell’estate e sono per ora super fiera di quello che sto facendo, piano piano sto riuscendo a realizzare piccoli sogni e non vedo l’ora di scoprire cosa succederà!!! 🙂

Torniamo ai “Materianera”. Puoi raccontarci qualcosa della band e di come è nato nel 2014 questo progetto che ti vede protagonista con Alain Diamond e Davide Cuccu. In particolare come nascono i
vostri brani. Chi fa cosa?

Il progetto nasce per caso. Ci siamo conosciuti nel 2014 grazie al fratello di Alain e abbiamo iniziato a lavorare su alcune memo vocali che avevo sul telefono. Lavorando insieme ci siamo successivamente decisi a creare un gruppo. Mettere insieme tutte le nostre idee in un impasto abbastanza omogeneo non è stato semplice, ma c’era solo bisogno di conoscersi.  Siamo tre artisti appartenenti a tre mondi molto diversi tra loro. Io sono la parte più black, Davide suona nei Bluebeaters, ma è appassionato di musica elettronica e Alain fa deep-house. Non può che essere un lato positivo! Abbiamo tantissime influenze nel nostro sound. Non abbiamo uno schema preciso con cui creiamo i brani, a volte si parte da una mia nota vocale, da un testo, da un campione, a volte da un beat di Alain e Davide, abbiamo un approccio aperto alle nuove idee in studio!

Per chi non lo sapesse, Yendry e Pinerolo come fanno a conoscersi?

Ho abitato a Villafranca Piemonte per un periodo della mia vita e ho frequentato il liceo Classico Porporato a Pinerolo, mi sono trasferita a Torino in terza superiore (TRAUMA! ahahahah) ma ancora oggi alcuni dei miei più cari amici sono di Pine, ogni tanto ci torno, la porto nel cuore! A proposito, il 28 giugno ho un concerto a Pinerolo; ancora non ho tutti i dettagli ma scriverò tutto sulla mia pagina, per me è un po’ come suonare a casa! 

In questa rubrica, siamo soliti chiedere al protagonista della settimana un nome. Nel mazzo dei musicisti pinerolesi, pesca una carta. Chi vuoi che Groovin’ intervisti per te? Non sei curiosa anche
tu?

Beh sicuramente l’avrete già intervistato… Bunna! Ho avuto il piacere di conoscerlo e oltre ad essere una persona stupenda, è ciò che dovrebbe essere un vero musicista. Quando mi capita di incrociarlo, mi trasmette quella sensazione di serenità e umiltà che fa di lui un esempio per i giovani, soprattutto quelli che fanno parte del mondo della musica. 


Siamo alla fine del nostro viaggio. Sì Yendry, Bunna ad inizio anni 2000 era già passato sotto la lente di ingrandimento di Groovin’, ma non mancheremo di cercare un nuovo contatto con lui. Avrà di certo infinite nuove esperienze da raccontarci. Intanto noi ci siamo segnati la tua data del 28 giugno a Pine. Io e Ones ci faremo riconoscere e ci berremo con i tuoi soci “la birra pinerolese” che non siamo riusciti a prenderci per questa intervista. Allora niente birra, ma Yendry ha comunque voluto lasciarci un antipasto di quello che è la sua voce live. Un piccolo estratto del tutto “home made” e soprattutto, come sempre, solo per noi di Groovin’. Buona audio-visione e, restate su Groovin’, perché le sorprese non finiscono mai.

Nico

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