Groovin’ Awards 2002 e 2003, tutti i vincitori

Di che cosa furono i Groovin’ Awards ve ne avevamo già parlato in un articolo relativo ai premiati del 2004. I sondaggi promossi dal nostro portale per far decidere agli utenti quali fossero i musicisti pinerolesi migliori del periodo nacquero nel 2002, l’anno della nostra fondazione. La prima edizione prevedeva poche categorie (Voce, Chitarra, Basso, Batteria, Sax, e Altri strumenti) e non fu fatta alcuna cerimonia di premiazione. Visto il successo dell’iniziativa, l’anno successivo aumentammo le categorie e organizzammo una bellissima serata presso il Roadhouse Café, con ospiti musicali i Capoloira del compianto Bruno Galbiati, quando premiammo i vincitori di entrambi gli anni. Di seguito l’albo d’oro, l’articolo di commento all’iniziativa, qualche scatto della serata e i file delle targhe celebrative.

Buon amarcord!

Ones


Groovin’ Awards 2002

  • Voce: David Giai Checco
  • Chitarra: Alessandro Chiappetta
  • Basso: Paolo Bruno
  • Batteria: Mattia Barbieri
  • Tastiere: Andrea Bozzetto
  • Sax: Mattia Siccinio
  • Altri Strumenti: Bruno Galbiati

Groovin’ Awards 2003

  • Voce maschile: David Giai Checco
  • Voce femminile: Alea (Alessandra Ambricco)
  • Chitarra: Alessandro Chiappetta
  • Basso: Dario Balmas
  • Tastiere: Andrea Bozzetto
  • Batteria: Carlo Cannarozzo
  • Sax: Mattia Siccinio
  • Altri Strumenti: Marco Gentile
  • Band: Kalamandra
  • Tribute Band: Mother Goose
  • Cover Band: Disco Inferno
  • Disco: A mali estremi (Kalamandra)

Da www.groovin.it 2003

Sarà colpa dello spirito dell’Agon che tanta parte ebbe nell’edificazione di una coscienza individuale presso i popoli dell’antica Grecia, quello spirito di competizione che veniva infuso in ogni manifestazione di vita, dalla famiglia allo sport fino alle cruente battaglie tra città-stato, quello spirito che spingeva gli uomini ad affrontarsi, a diversi livelli, per dimostrare di essere sempre e comunque i migliori, e che, estendendo il concetto, possiamo considerare come caratteristica peculiare dell’essere umano in genere? Sarà colpa della “classifichite” atipica di stampo Hornbyano (chi di voi ha letto “Alta Fedeltà”?) che ci spinge a catalogare tutto e tutti sulla base di scale di valori assolutamente soggettive, con la pretesa di trasformarle in parametri oggettivi ed indiscutibili? Niente di tutto questo e forse tutto insieme. La voglia di mettersi in discussione, di sottoporsi al giudizio altrui, di giocare a fare i grandi artisti (voi) o il grande medium (noi), di farci tutti un po’ di pubblicità gratuita o solamente di costruire un’ulteriore occasione di incontro, nella direzione che sta da sempre dietro a tutte le nostre idee e ai nostri progetti: partendo da un punto di incontro virtuale come un portale internet, riuscire a creare momenti di aggregazione reali, in uno scenario che ogni giorno perde qualche pedina importante della sua già impoverita scacchiera, tra gruppi che fisiologicamente cessano l’attività e locali che chiudono impietosamente sotto i colpi del maglio delle pressioni ideologiche o delle difficoltà economiche. Ecco che cosa sono i Groovin’ Parties, ed ecco che cosa ha rappresentato la premiazione dei Groovin’ Awards 2003 (e 2002): un tentativo diverso di cementare questo background, che malgrado gli ostacoli dimostra di essere assolutamente vivido, magari scimmiottando le grandi kermesse internazionali, cercando di incrementare la consapevolezza di tutti di far parte di un territorio artisticamente molto fertile e produttivo.

Tra conferme e sorprese, i Groovin Awards 2003 hanno visto ancora una volta l’affermazione di musicisti di altissimo livello, la cui caratteristica principale rimane il grande eclettismo, la capacità di esplorare territori diversi, di cimentarsi con esperienze spesso in contraddizione tra loro, riuscendo nell’obiettivo, importantissimo, di applicare alle più disparate situazioni il filtro della propria personale poetica. 
E così avremo un David Giai Checco che vince la categoria “voce maschile” con la sua estensione vocale fuori dal comune, nato artisticamente con un’impostazione power-metal, si ritrova ad ottenere ottimi risultati prima con la dance dei Boars Nest e, più di recente, come interprete d’eccezione del Rhythm ‘n’ Blues dei Soul Power. Avremo una ALEA, al secolo Alessandra Ambricco, impostasi all’attenzione degli addetti ai lavori alcuni anni fa, grazie all’interesse che le rivolse Aldo Mella, producendola in un repertorio originale di altissima qualità vicino alle istanze della musica d’autore italiana, e che ottimamente riesce oggi a calarsi nella parte, anche e soprattutto da un punto di vista scenico e coreutico, di una Madonna Pinerolese, senza rinunciare mai alle sue doti vocali che ne fanno una delle più grandi promesse che il nostro territorio possa vantare. E che dire di Alessandro Chiappetta, virtuoso chitarrista chiamato da Andrea Allione (che, non dimentichiamoci, fu chitarrista di Paolo Conte!) a far parte del suo ensemble, capace di interpretare al meglio disparate forme stilistiche, spaziando dal pop al rock, dal jazz alla fusion al funky, sempre subordinando le sue indubbie capacità tecniche all’espressività del suo fraseggio. Stesso discorso per Andrea Bozzetto, forse il pianista Pinerolese più interessante del momento, allievo del grande Franco D’Andrea presso il CPM di Milano, che, nato con il jazz nel sangue, ne ha trasposto i gesti estetici più importanti in tutte le occasioni che lo hanno visto protagonista, riuscendo ad infondere maggior spessore culturale ed artistico anche a generi più commerciali, come la dance o il funky.
Considerazioni analoghe valgono per Carlo Cannarozzo, contemporaneamente rigoroso batterista dance nei Disco Inferno e virtuoso batterista prog-rock negli Aida; per Dario Balmas, che dal pop di qualità dei Kalamandra sa esplorare senza difficoltà il terreno impervio del jazz e della fusion (come non dimenticarlo con gli Stong mentre incalzano sui riff di John Scofield?); Marco Gentile, violinista di formazione classica che stravolge le istanze tradizionali legate al suo strumento e ne approfondisce le potenzialità attraverso un’applicazione attenta dell’effettistica e che, all’occorrenza, sa anche trasformarsi in interessante chitarrista ritmicamente impeccabile; Mattia Siccinio, saxofonista, clarinettista e flautista, dotato di un suono di rara incisività e di un interessante fraseggio, che riesce a mantenere alto il livello della sua espressività musicale anche nel passaggio tra strumenti diversi, o tra generi diversi tra loro come il jazz e il rhythm n blues, grazie anche ad una comunicatività fuori dal comune e ad un inimitabile “swing”.


E che dire invece dei gruppi protagonisti del nostro concorso? Tre grandi realtà che hanno saputo, proprio grazie alle loro qualità, imporsi ben oltre il territorio Pinerolese. I Kalamandra, vero gruppo rivelazione dell’ultima stagione musicale, con il loro pop etnico, che fonde sonorità da world music alla classe della musica d’autore europea, i testi tra l’ironico e l’ermetico del loro singer Nicola Lollino con il gusto musicale proveniente da differenti background artistici dei musicisti che l’accompagnano. Si sono imposti anche nella categoria “miglior disco” con il loro primo demo “A mali estremi”, vero sunto di ottima tecnica, interessanti spunti tematici e, soprattutto, grande gusto negli arrangiamenti, il tutto ribadito, anzi giunto ad un eccellente grado di maturazione, nella loro seconda uscita discografica “Non c’è giorno che passa”. Imperdibili anche dal vivo, dove riescono ogni volta, attraverso le loro doti interpretative ed improvvisative, a trasformare i loro concerti in esperienze uniche di calore e trasporto. I Mother Goose, una delle migliori band tributo ai Jethro Tull presenti sul territorio nazionale, appena usciti con un disco dal titolo Passion Players, ripropongono con assoluta fedeltà e precisa cura dei dettagli i successi della band di Ian Anderson, ricreandone con successo le stesse atmosfere fiabesche. Infine i Disco Inferno. A celebrarli basti il sempre numerosissimo pubblico che affolla le loro esibizioni in ogni angolo della Penisola e che ne fanno il più importante fenomeno che la musica Pinerolese abbia prodotto su scala nazionale negli ultimi cinque anni, commistione esplosiva di impatto sonoro, di attrattività scenica e di capacità di coinvolgimento.

Quindi, al di là dell’aspetto ludico e della molto relativa importanza culturale che gli “Oscar” di Groovin’ racchiudono in sè, è indubbio che la qualità espressa sia stata ancora una volta assolutamente elevata, evidenziando le caratteristiche di completezza ed eclettismo delle proposte Pinerolesi che in molti dei casi citati è stata già più volte ufficialmente riconosciuta anche ben oltre la cerchia degli addetti ai lavori locali.

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ones

Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

http://groovin.eu

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