Un sogno che si avvera, intervista a Silvio Merlin

E’ sicuramente il personaggio musicale pinerolese del mese. Silvio Merlin, cantautore originario della medio-bassa Val Chisone, è improvvisamente salito alla ribalta nelle ultime settimane grazie alla sua partecipazione a “Sanremo New Talent”, una specie di spin off per artisti emergenti del più conosciuto Festival della Canzone Italiana, nel quale ha riportato un’acclamata vittoria nella categoria “Senior”. Tra la fine del 2019 e l’anno in corso, Silvio Merlin è uscito con quattro singoli (“Regalami un sogno”, “Piccoli ricordi”, “Siamo tutti rockstar” e “Scrivimi adesso”), perfettamente inquadrabili nella tipica canzone melodica “sanremese” che, a dispetto delle consuete polemiche tra fautori e detrattori della kermesse, continua a piacere moltissimo al pubblico e alla critica. La recente affermazione in riviera è la prova dell’attenzione che ancora viene rivolta a un modo di scrivere canzoni che fa della semplicità e della genuinità il proprio punto di forza, e che permette di attivare sentimenti di identificazione su larga scala, soprattutto quando riconosciuti come autentici. Le canzoni già pubblicate sono soltanto l’antipasto di un album di prossima uscita, altra tappa fondamentale di questo 2020 che si prospetta ricco di soddisfazioni per il cantautore perosino. Di questo e della sua esperienza a Casa Sanremo abbiamo parlato nell’intervista che gentilmente ci ha concesso.


Ciao Silvio, partiamo dalla tua recente affermazione al Sanremo New Talent 2020. Ti va di raccontarci quali sensazioni comporta la partecipazione, vittoriosa, a un evento di tale portata?

Innanzitutto molta emozione nel cantare davanti a personaggi importanti del mondo della musica e dello spettacolo (Vince Tempera, Maria Teresa Ruta e Roberto Zappulla) e a esponenti di case discografiche. Confrontarsi con altri artisti di tutte le età e di generi diversi è stata una bella sfida. Essendo la prima volta, ho dormito poco e sono stati giorni piuttosto pesanti. L’attesa di esibirsi è stata la parte più lunga e complicata da affrontare. Specialmente in semifinale, nella quale sarei passato ventiquattresimo su 24 partecipanti. La vittoria di categoria è stata inaspettata, anche se onestamente ci speravo, perché vincere un concorso di tale portata, soprattutto con un brano scritto da me, apre alla possibilità di sbocchi a livello professionale nel mondo della musica. Infatti sono già stato contattato da alcune case discografiche importanti.

E invece, da un punto di vista strettamente artistico, cosa ti porti a casa dall’esperienza sanremese?

Ho imparato a relazionarmi con il pubblico, anche sotto pressione, e a cercare di dare il meglio di me per emozionare chi mi ascolta. La giuria mi ha consigliato come interpretare al meglio i miei brani. Da questa esperienza torno con maggiore consapevolezza delle mie capacità, dei miei testi e della mia musica, in grado di colpire positivamente la giuria di esperti.

Conosciamo già un po’ la tua storia recente, caratterizzata da gravi problemi di salute, che per te hanno rappresentato un momento di svolta anche da un punto di vista artistico. Tu però fai musica da sempre. In che cosa realmente è cambiato il tuo percorso musicale dopo il 2019?

Il mio percorso musicale è cambiato dopo l’operazione, poiché mi ero ripromesso che se fosse andato tutto bene avrei iniziato a fare musica seriamente. Prima, la musica per me era solo un hobby. Quando ho cominciato ad avere problemi di salute, la musica mi ha aiutato ad andare avanti, è stata un rifugio per allontanarmi un po’ dalla realtà che dovevo affrontare tutti i giorni. Adesso suono e scrivo testi quotidianamente, lo faccio come fosse un lavoro.

Ti stai affacciando all’universo musicale “serio”. Ma in una società che tende a considerare il dato anagrafico come elemento valoriale, cosa significa provare a costruirsi una carriera musicale a 40 anni?

So perfettamente che alla mia età ci sono meno sbocchi in questo mondo rispetto a un ragazzo di vent’anni, ma penso che arrivare alla gente con la musica e le parole non sia da tutti e non abbia età. Lascio che la gente valuti non i miei anni ma le mie canzoni, sperando che piacciano.

Parliamo della tua musica. Come nascono le tue canzoni? Quali sono i tuoi principali elementi di ispirazione?

Le mie canzoni nascono ogni volta che qualcosa mi colpisce, scrivo il testo ovunque io sia, sul cellulare o su carta, e poi creo la musica. Riascolto tutto quanto, provo e riprovo a cantare e suonare finché non mi piace il risultato finale. Fatto questo, invio tutto a Paolo Gambino, ci confrontiamo e lui prepara gli arrangiamenti. Ad ispirarmi sono la quotidianità, fatti accaduti, luoghi che ho visitato, persone che ho incontrato, conosciute o sconosciute, che mi hanno colpito per qualche motivo particolare. La mia famiglia e la mia vita privata hanno un ruolo importante in quello che scrivo.

“Regalami un sogno” è stato il primo singolo che hai rilasciato. Qual è il tuo sogno e quali sono i prossimi obiettivi a cui punti per realizzarlo compiutamente?

Il mio sogno più grande è quello di arrivare con la mia musica a più persone possibili e che si possano riconoscere in quello che canto e scrivo. E poi, stare bene di salute, ovviamente…
Un altro sogno è diventare famoso facendo musica (cantare all’Ariston di Sanremo per esempio) e con i soldi guadagnati aiutare i bimbi negli orfanotrofi, visto che io ci sono passato e so che non tutti hanno la fortuna di trovare una famiglia, come è accaduto a me. I prossimi obiettivi sono terminare il progetto del mio primo album “Come d’incanto”, collaborare con qualche major e ovviamente fare una tournée per presentare l’album appena sarà uscito.

A proposito dell’album di prossima pubblicazione, puoi anticiparci qualcosa in merito?

L’album uscirà indicativamente tra il 15 e il 30 aprile, si intitolerà “Come d’incanto” (visto che fino a qui la mia storia sembra una favola), e conterrà 13 o 14 canzoni (devo ancora decidere per un brano). Per la sua realizzazione mi sono avvalso della collaborazione di Paolo Gambino, che ha curato gli arrangiamenti, di Claudio Devecchi per tutte le parti di chitarra, e di Alessandra Turri, da cui ho iniziato a prendere lezioni visto che nel canto sono sempre stato autodidatta. Alberto Macerata dello Studio Play! di Bricherasio si è occupato delle registrazioni e del mixaggio, mentre la parte grafica è stata curata da Angela D’Affuso. Inoltre per i video dei singoli (vedi “Regalami un sogno”) ho collaborato con Prismafilm con cui sto già valutando i contenuti per il video del terzo singolo “Siamo tutti rockstar”.


Ringraziamo Silvio Merlin per averci concesso un po’ del suo tempo e raccontato delle sue recenti esperienze. In attesa dell’album, di cui vi parleremo sicuramente nel dettaglio a tempo debito, vi riproponiamo alcune immagini con i momenti salienti delle serate sanremesi, e il video di “Regalami un sogno”, punto di partenza di questa nuova entusiasmante avventura artistica.

Ones

ones

Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

http://groovin.eu

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