Groovin’ Story – 2004: Intervista a French DJ

L’attenzione generica che Groovin’ ha costantemente rivolto alla musica locale ha fatto sì che il nostro approccio sia sempre stato scevro da preconcetti. Per tanto, non abbiamo mai rifiutato la possibilità di approfondire anche il controverso mondo del nigthclubbing e dei DJ, con il piacere di sviscerarne le varie sfaccettature insieme ai suoi protagonisti. A inizio millennio, uno dei principali esponenti pinerolesi del settore fu French DJ, che all’epoca si divideva con grande disinvoltura sul territorio tra seguitissimi programmi radiofonici e apprezzati DJ set dal vivo. Intorno al 2004 lo incontrammo e parlammo con lui dei suoi progetti e del mondo del djing, cercando di comprenderne un po’ di più e superare eventuali pregiudizi. In questo articolo vi riproponiamo la versione integrale di quell’intervista, segnalandovi anche che potete trovare tutte le informazioni sulla attività attuale di French DJ sul suo sito www.musicontheair.com, su http://www.mixcloud.com/mrfrenchdj e French D.J. – Music On The Air.

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Da www.groovin.it 24/10/2004

Da qualche settimana sul sito internet www.lounge-radio.com, all’interno della ricca programmazione che questo portale trasmette incessantemente a loop 24 ore su 24, può capitare di ascoltare una selezione musicale mixata da uno dei nomi più conosciuti del mondo del nightclubbing pinerolese. Sto parlando di French DJ, al secolo Stefano Franzese, noto anche per la sua attività di speaker su Radio Beckwith e per le sue collaborazioni con il mensile Lookout Magazine, oltre che per essere un assiduo frequentatore, e naturalmente un amico, di Groovin’. L’apparizione su Lounge Radio di French costituisce una ghiotta occasione per poter parlare con un diretto rappresentante dell’universo sempre un po’ controverso dei DJ, un microcosmo non sempre compreso appieno dai non addetti ai lavori, la cui complessità finisce per essere trascurata da chi ne coglie solo gli aspetti superficiali. Il DJ che si limita a scegliere i dischi da proporre e che al massimo può essere apprezzato per gli esercizi di sincronizzazione ritmica dei suoi missaggi; una visione questa che, da chi bazzica abitualmente dietro a piatti e consolle, non può che essere considerata come un punto di vista parziale e riduttivo; un’idea del ruolo che finisce per sminuire ingiustamente l’istinto creativo che ne sta alla base, e che non tiene conto della sua grandissima importanza nella definizione delle abitudini di fruizione musicale all’interno delle società occidentali affermatesi nel secolo scorso. Non nego di sentirmi parte di quella schiera di persone che faticano a scavare in profondità al concetto di Disc Jockey, un po’ per pigrizia, un po’ per mancanza di supporti teorici sufficienti, ma anche perché spesso all’interno di un unico fascio è stata inclusa una grandissima varietà di erbe, finendo per confondere ancora di più le idee a chi le ha già nebulose di per sé, e snaturando un sottobosco, ricco di storia e di storie, delle sue componenti più passionali. 

Si è detto che l’occasione di questo incontro ci è data dal passaggio di Ouverture, il tuo DJ set, nella programmazione di Lounge Radio. Di cosa si tratta e perché è così importante?

Lounge Radio è una delle cinque radio web più importanti del mondo. Trasmette musica elettronica in streaming 24 ore su 24. Dopo la nascita di Ouverture DJ Set, ho registrato alcune sessioni live che hanno poi preso forma concretamente udibile su cd. Ho fatto sentire un po’ in giro il disco, uno sfizio personale che sarebbe dovuto rimanere legato ad una diffusione sotterranea rispetto all’ambiente discografico molto lontano da me in quanto non musicista, né tanto meno DJ di grande popolarità. L’unica possibilità che avrei avuto per diffondere mondialmente la musica che amo, che mixo e che ascolto, era attraverso un emittente on-line, diffusa internazionalmente, che mi è capitato di scoprire per caso nelle mie quotidiane ore di navigazione Internet. Così ho trovato Lounge Radio, un’emittente con più di 800 ascoltatori in contemporanea da tutto il mondo, da Rio De Janeiro, come da Sidney, da New York come Dublino, da Londra a Parigi, da Barcellona a Torre Pellice! Ho spedito Ouverture Vol.I su cd, dopo aver ricevuto la risposta ad una mail da uno dei coordinatori del sito, molto interessato alle mie attività e con gran piacere pochi giorni dopo oltre ai complimenti per i contenuti, ho ricevuto la notizia dell’inserimento nella programmazione web del mio DJ set.


Nell’annuncio ufficiale della collaborazione con Lounge Radio, si è parlato di una prevista uscita di un “Volume II” che subito aveva fatto pensare ad un’imminente pubblicazione discografica. Qualcosa bolle in pentola?

Uscita discografica? Magari! In realtà il “Volume II” si riferisce sempre alla collaborazione con Lounge Radio a cui mando costantemente le mie nuove sessioni. Le possibilità di pubblicare un album da DJ sono quelle di comporlo personalmente oppure con l’appoggio di case discografiche che richiedono la tua firma sul mixaggio dei brani inseriti in una compilation e che coprono i diritti degli autori dei brani in quanto sotto contratto con le etichette in questione. Un’ultima ipotesi sarebbe quella di un locale – azienda che sponsorizzi una pubblicazione con il suo marchio – ai fini di sviluppare il circuito musicale e alimentare il business aziendale delle strutture promotrici (vedi Buddha Bar, Cafè Del Mar…….). Questi tre casi al momento non mi sono familiari.


Ogni DJ ha sicuramente una particolare tendenza musicale che va ad influenzare le sue scelte discografiche nei DJ set. Qual è la tua?

Ascolto e mi interesso di molti generi musicali, sono contaminato da disparate sonorità spesso contrastanti. Ascolto indifferentemente canzoni d’autore, reggae, rocksteady, rock, soul & funky, jazz o quant’altro e nello stesso tempo mi ritrovo a preparare un set elettronico farcito di lounge, bossanova, e trip-hop, dando vita alle mie passioni musicali in spazi differenti. Ciò che mi influenza di più sono i nuovi suoni in generale, il che non esclude ciò che già è stato creato, origine fondamentale della “novità”. Ho cominciato ad interessarmi del trip-hop 7-8 anni fa, sentendo Tricky, Portishead, e Massive Attack, insieme alla jungle britannica, che stava lasciando il posto alla drum’n’bass, ma difficilmente era proponibile un set così ruvido per il pubblico locale a cui mi stavo avvicinando. Apro una parentesi a riguardo: a parere personale, una tendenza negativa dei frequentatori di luoghi di massa in ambito locale, in cui vengono organizzati spettacoli di intrattenimento, nel mio caso specifico DJ set, è quella di considerare ballabile ed apprezzabile ciò che già si conosce, mentre si ha un po’ più di riserve verso i beat estranei (che in realtà hanno come bagaglio la musica del “passato” che piace tanto, vedi ad esempio il reggae e il raggamuffin che bene si sposano con jungle & Drum’n’bass – General Levy, Asian Dub Foundation, Macka B). Quindi, riassumendo, le mie preferenze musicali spaziano dalla lounge della G-Stone Crew (K & D, Tosca, Rodney Hunter, Peace Orchestra ecc.) passando per la bossanova, acid-jazz, down-tempo con una buona dose di loop e campionamenti che mi piacciono tanto; e poi chill out & trip-hop, molto carino come sottofondo sorseggiando un cocktail durante un pre-serata, che prosegue bene con un po’ di musica house funkeggiata (bene se non troppo tamarra, non la sopporto!!!). Poi se vogliamo continuare ci sono Underworld, Fat Boy Slim, Layo & Bushwacka, Lali Puna, 4Hero, Mr. Cruff, Dj Shadow, Chemical Brothers e poi molti altri che non hanno spazio per essere segnalati qui, sennò non finiremmo più!!


Una annosa diatriba che da sempre anima le discussioni sul nostro portale è quella che riguarda la dimensione artistica del DJ. Quanto lavoro e quale preparazione specifica stanno dietro al ruolo che ricopri? 

L’amore per la musica. E’ una cosa innata, che senti dentro, devi intuire ciò che si accosterebbe meglio all’ ambiente che ti circonda quando stai con la gente, devi ricercare tra le borse dei dischi una sintonia con il pubblico e comunicarla con la musica che selezioni. Personalmente per ciò che ho fatto sinora posso dire che ci vogliono molte ore d’ascolto e di tentativi nel creare una miscela di musiche adatta a conciliare il piacere dello stare insieme senza sovrastare, senza avere la prepotenza di imporre i volumi per farti sentire. Lavoro molto nelle ore di relax quotidiano, durante i pre-dinner, all’ aperitivo, e mi trovo di fronte a gente che si vuole svagare dal tran tran quotidiano. E lo fa nel convivio con la gente, bevendo una birra, mangiando due stuzzichini, prima di sedersi a tavola per cena, e ogni momento ha il suo tempo, il suo beat, un crescere che si evolve col passare delle ore sino a sfociare in momenti danzerecci, dove la soddisfazione più grande è il piacere nell’ascoltare la tua musica, perchè in quel momento la senti come tua proposta, ed è così. 


Quindi, più che un musicista nel senso comunemente inteso, il DJ sembrerebbe maggiormente incarnare in sé doti da grande comunicatore e finezza da sociologo. In verità, quanto c’è di artistico e di creativo nel lavoro del DJ?

L’arte e creatività del DJ stanno nello stile delle scelte musicali e nella capacità d’accostamento tra un brano e l’altro, senza per forza doversi sbizzarrire in un mixaggio in tempi sincronizzati e precisissimi. Puoi mixare alla perfezione due brani che fanno schifo, ma è meglio selezionarne due belli, che piacciono, a te e al tuo pubblico senza per forza fare gli effetti speciali. E’ molto importante la scelta giusta al momento giusto e gli effetti speciali li vedi con le reazioni dei tuoi ascoltatori (positive o negative!!) attenti come non mai ai tuoi movimenti. E poi oltre al suo sound c’è lui, il DJ, carismatico quanto vago, scrutatore quanto estroverso, un personaggio che può destare grande interesse… se però non la smettete di trattarlo come un juke-box richiedendogli canzoni tutti i momenti si incazza anche lui!


Sappiamo che non ti occupi solo di DJ set, ma sei artisticamente diviso tra il mondo del nightclubbing e quello della radio. A quale senti di appartenere di più?

Per una questione affettiva e di esperienza sono legato maggiormente alla radio anche se le ore impiegate nella musica sono più vissute nell’ambiente da Club. La radio era e rimane un grande mezzo di comunicazione, il più emozionale forse. L’ambiente da club, per quanto interessante per gli spazi che ti dà nel proporre la tua musica dal vivo, si sviluppa su situazioni spesso poco naturali e sempre più artefatte, tra persone che a parte il vestito sono meno interessanti di come appaiono esteticamente. Non me ne frega un cazzo di farmi vedere tanto per. Mi piace la forma e la sostanza delle cose. E nella radio scopri una parte interna che non viene fuori con l’immagine, non ti fai un’idea della persona che ascolti in base all’aspetto e al modo di fare, di vestire, ma solo sentendo ciò che ha da esprimere, da dentro. Automaticamente si abbattono alcune barriere, fonte di pregiudizi in un incontro pubblico, e l’intimità con gli ascoltatori è maggiore.  


Spesso si sente accostare il ruolo del DJ a quello del producer. Hai mai realizzato qualcosa di tuo? Hai dei progetti di questo tipo in cantiere? 

Non ho mai prodotto nulla da solista. L’ unica cosa che ho fatto da quel lato e di cui sono contento, è stato dar vita alla formazione Too-Tiki nel ’99 con Olmo, ( la prima formazione vedeva me alle tastiere/campioni, Monri, alle chitarre, Givan al basso, Olmo alla batteria e Sefora alla voce); è stata una nascita interessante per la band citata ed un’esperienza importante per farmi capire che è molto impegnativo elaborare, editare, inventare e campionare dei suoni originalmente. Un apparecchio elettronico, nel mio caso un campionatore, può essere il più evoluto e completo in commercio, ma se non usi la testa, se non lo conosci bene, se non sei tu a conferirgli il groove e il sound ideale, rimarrà solo un potenziale strumento. Il tempo da dedicare alla composizione è molto per ottenere buoni risultati, io non ne ho purtroppo, e al momento non è una priorità la realizzazione di un progetto solista discografico anche se non nego che mi piacerebbe poter mettere mano su una creazione musicale. Intanto sto sviluppando l’ideazione di un live act di audiovisuals con una commistione di immagini, suoni e strumenti suonati dal vivo con musicisti che per la prima volta si apprestano ad affiancarmi durante i miei DJ set, ma per ora sono solo parole.

Tu sei un esperto di nightclubbing e oltre a lavorare in locali nella zona, sei molto presente in Torino. Quali sono le tendenze attuali?

La tendenza da sempre dei locali da Nightclubbing è l’”Unza unza time”, che si differenzia a seconda dei suoi generi, dalla Dance o House commerciale in discoteca, alla Techno nei Club notturni per chi ama le ore piccole, se non direttamente le notti insonni. Poi ci sono le forme ibride nei cocktail-bar che osano meno e amano molto la chill out e lounge (spesso per trendy commerciale, intendiamoci), accompagnando elegantemente i banchetti e i buffet da aperitivo con suoni orientali misto elettronici che difficilmente sarebbero considerati se non fossero garantiti da pompose etichette discografiche che più che promuovere uno sviluppo culturale della musica vendono il marchio della loro azienda. Bleahh!!


Parliamo di Pinerolo. Secondo te, la nostra area si sta adeguando in modo sufficiente alle tendenze delle grandi città o ritieni che siamo ancora un po’ “indietro”?

Pinerolo, cara Pinerolo. Non so quanto siano di buon esempio le grandi città in questo campo, sicuramente ciò che hanno di positivo sono la varietà e le differenti proposte al pubblico, di cui è carente l’ambito locale. Però è anche difficile capire quanto di puro ci sia in questo fenomeno. Abbracciare più stili e forme d’espressione artistica e musicale (nel djing) sono aspetti importanti per una crescita e diffusione di ciò che accade nel nightclubbing, senza relegare questi aspetti solamente alle discoteche o ai “frequentatori del club”. Ciò che più manca sono gli spazi dove far ciò, ma qualcosa si sta muovendo, stanno iniziando a coinvolgerci nelle manifestazioni con più frequenza e continuità, siamo una realtà “in via di sviluppo”!!


Quali sono i tuoi programmi imminenti?


Radiofonicamente ho ripreso Music On The Air da alcune settimane, ogni sabato pomeriggio in diretta, in collaborazione con Mescal & Hiroshima Mon Amour, puntando maggiormente allo streaming internazionale oltre che all’etere locale e dopo 11 anni di radio sono molto contento di continuare a farla sapendo che piace. Ho in programma di portare un po’ in giro Ouverture DJ Set, sono soddisfatto dei risultati di questo progetto, ho fatto parecchie serate, soprattutto a Torino, arrivando ad un impegno di 3 sessioni a settimana! E pensare che gli anni scorsi riuscivo a malapena a fare 10 serate all’anno! Dovrei andare in Svizzera a fare un live-set, magari con lo spettacolo di audio-visuals per fare delle serate con Lounge Radio ma è tutto in transizione al momento. Proseguono le serate fisse da Cele Bar a Luserna Alta e alla Lutècè (P.zza Carlina) a Torino, mentre per le collaborazioni con nuove strutture aspetto una conferma e poi vi faccio sapere! 

Grazie per l’ospitalità groovers, vi aspetto a presto durante un bel DJ set!!! Come sempre, God Bless You!!! French D.J.



È lo staff di Groovin’ a ringraziare French per la sua collaborazione sempre attiva al portale e per aver dedicato un po’ del suo tempo prezioso ad immergerci negli ambienti del “djing”, tra i fumosi ed eleganti (e a volte anche un po’ snob) club da aperitivo e gli affascinanti locali delle stazioni radiofoniche da dove provengono le profonde voci che, trapassando l’etere, ci alleviano un po’ il peso delle nostre malinconie. Un augurio a French per i progetti futuri e un invito a tutti i lettori a collegarsi a www.lounge-radio.com per captare le vibrazioni di Ouverture DJ set.

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ones

Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

http://groovin.eu

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