PASSAGGI TEMPORALI – Claudio Aimonetto

copertina di attimi di gioia e angoscia di Claudio Aimonetto
Attimi di gioia e angoscia

Era l’inizio degli anni Novanta quando Claudio Aimonetto pubblicava la sua prima audiocassetta dal titolo “Attimi di gioia e angoscia”. Con l’approccio pionieristico che richiama il moderno home recording, avvalendosi dell’ausilio del solo chitarrista Federico Olmo, fissava su nastro una decina tra i suoi lavori giovanili. Un preludio evidente ai caratteri autoriali che lo accompagnano ancora oggi: tematiche sentimentali ed esistenziali, inclinazione per un cantautorato melodico, arrangiamenti pop.

Da allora il cantautore valchisonino non ha mai smesso di fare musica. Con una predilezione per l’ambito cover e al di fuori degli spazi solitamente più battuti dagli artisti locali, negli ultimi trent’anni la sua attività non ha mai subito sostanziali intoppi, proseguendo incessante su percorsi estremamente coerenti. Qualcuno ricorderà formazioni come le Innocenti Evasioni (tributo a Lucio Battisti) o il più recente progetto Connessioni, spettacolo sincretico nato nel 2013 come “viaggio itinerante nella canzone d’autore italiana”. Una band formata da musicisti di grande esperienza, incline soprattutto alle rappresentazioni teatrali, o comunque ai grandi palchi, con i quali Aimonetto ha portato in giro per qualche anno la sua personale visione della nostra musica nazionale.

“Passaggi temporali” è uscito il 9 aprile

Quasi come un paradosso, proprio sulle Connessioni, e sul lavoro di reinterpretazione che ne marcava l’essenza, Aimonetto costruisce un nuovo percorso di musica inedita. Un ambito in realtà mai del tutto abbandonato. Le scalette dei concerti prevedevano, infatti, sempre almeno un brano estrapolato dal suo personale repertorio. Ma l’idea di un progetto interamente dedicato ad esso attendeva forse il momento giusto per essere riscoperto. L’occasione si presenta nel 2019, nella fase embrionale di una rinnovata formazione, che nelle intenzioni del suo leader avrebbe dovuto dare continuità a quanto fatto in precedenza. Durante la definizione dei dettagli della nuova avventura, invece, si materializza l’idea di abbandonare la riproposizione dei classici per dedicarsi alla produzione di brani originali. Così, complice anche lo stop dovuto alla pandemia, Claudio rispolvera alcune sue canzoni del passato e ne scrive di nuove. Raggruppa una dozzina di musicisti pescati tra il meglio del Pinerolese, con particolare predilezione per la cerchia valligiana, e dà avvio all’impresa che sfocerà nella realizzazione di “Passaggi temporali”. Dopo un anno di duro lavoro, complicato anche dal confinamento imposto dall’emergenza sanitaria, il 9 aprile vedono finalmente la luce le quattordici canzoni dell’album.

Il gusto di Claudio Aimonetto per la musica d’autore italiana
La copertina di Passaggi Temporali di Claudio Aimonetto
Copertina di “Passaggi temporali”

Si tratta di un disco perlopiù autobiografico, in cui è evidente il gusto di Aimonetto per la musica d’autore italiana. L’album omaggia a suo modo i momenti migliori della storia del cantautorato nazionale, esattamente come faceva Connessioni. In particolare richiamando le atmosfere intimistiche e sentimentali della scuola che si affermò tra i Settanta e gli Ottanta. Il titolo riassume in modo decisamente esauriente il mood complessivo del disco. Un esistenzialismo che si esprime attraverso il velo nostalgico del flusso temporale. Il senso della vita ricercato tramite l’osservazione del suo scorrere. Così, nella title track, dietro la domanda su cosa accadrebbe se potessimo cambiare il nostro passato, si nasconde l’esortazione ad accettarci, anche e soprattutto nei difetti che ci distinguono. “La vida que pasa” ci pone invece di fronte al dilemma del giusto peso da assegnare alle cose che accadono. “L’inizio del domani” sembra poi indicare nel presente il momento giusto per operare cambiamenti e costruire il futuro. È l’accumulo delle esperienze, dunque, che forgia la nostra consapevolezza.

A contrassegnare in modo indelebile le tappe di questo flusso ci sono però i sentimenti. L’amore come filo conduttore della nostra vita che Aimonetto racconta nelle sue varie declinazioni. Da quella virtualmente eterna della coppia all’ardore estemporaneo del tradimento. Dalla tenerezza più dolce alla passione più sfrenata. Fino all’affetto incondizionato per un amico a quattro zampe o all’universalità dell’empatia nei confronti dell’intero genere umano.

L’uso delle parole nella canzoni di “Passaggi temporali”

Mentre esprime i sentimenti e analizza le esistenze, dunque, Claudio dipinge il suo immaginario con un uso accattivante delle parole, per altro senza mai arrampicarsi su arditezze stucchevoli. Bellissimo, ad esempio, il modo con cui descrive la faccia contraddittoria della nostra epoca nell’incipit di “L’inizio del domani”. Ma un altro lodevole esercizio di scrittura è rappresentato da “Mente e corpo”, in cui Aimonetto affronta le angosce della malattia. A fare da contraltare alla profondità del tema, c’è sì la leggerezza dell’architettura soul e funk, che crea un consapevole iato emotivo sdrammatizzante. Ma l’effetto è ottenuto anche dal meccanismo del testo. Un esercizio formale con il quale Claudio riesce a trattare la materia con ironia. Così il “metodo Hamer” diventa un superfluo surrogato degli affetti e il caffè la panacea di tutti i mali. Il gioco porta a un perfetto equilibrio che mette al riparo dai rischi di una retorica eccessiva o, al contrario, di una colpevole superficialità.

Il vertice della poetica di Aimonetto si ritrova però in “Caprilli”. L’unica traccia non autobiografica dell’album mostra definitivamente le intense capacità narrative del suo autore. Come se sganciarsi dalla necessità di raccontare se stesso lo svincolasse dai limiti e ne liberasse completamente le doti autoriali. Nel narrare le gesta di questo straordinario quanto controverso personaggio, diventato simbolo storico di Pinerolo, Claudio si trasforma in un eccellente fotografo verbale, sulle orme di quella scuola genovese – con Fossati in prima linea – di cui si proclama fervido ammiratore.

I musicisti che hanno suonato nell’album

Tra le scelte più azzeccate di “Passaggi temporali” c’è poi sicuramente quella timbrica. La fisarmonica di Mirco Comba (alle prese anche con organo e sintetizzatori), il clarinetto e il sax soprano di Stefano Cordiero, gli archi di Enrico Fuscà, la tromba di Ivan Vottero, sono le variabili che arricchiscono l’arrangiamento e fanno ondeggiare l’ascolto in una moltitudine di ambientazioni sonore. I quattro si aggiungono, oltre che allo stesso Aimonetto (voce, cori, pianoforte e sintetizzatori), a Claudio Gaiani (chitarra acustica e basso) e Maurilio Gallea (batteria e percussioni) – già nelle Connessioni – Davide Alasia, batterista su buona parte dei pezzi, Fabrizio Campisi (basso) e Andrea Autiero (chitarre). Due menzioni speciali le facciamo infine a Vittoriano Baù, che non solo ha eseguito molte parti di chitarra e piano elettrico, ma è stato fondamentale anche per le scelte produttive e per la realizzazione degli arrangiamenti; e a Valentina Tinetto, la splendida voce che ha duettato con Claudio in “Sognatori illusi”.

Passaggi Temporali, il cd di Claudio Aimonetto
Dove trovare “Passaggi temporali”

L’album non è al momento disponibile in streaming. Alla musica liquida è stata preferita la concretezza del supporto, in grado di esprimerne meglio l’approccio artigianale. Inoltre è stata data molta importanza agli elementi distintivi dell’oggetto fisico in sé. “Passaggi temporali” esce infatti corredato da un sostanzioso booklet, con testi e immagini che lo completano in modo imprescindibile. Il disco è acquistabile on line sul sito cdclick. Ma, se vogliamo ribadirne la filosofia, vi invitiamo a procuravelo tramite i tradizionali canali distributivi. L’album si trova infatti sugli scaffali di alcuni negozi pinerolesi, come Rocker Dischi e Libreria Volare, oltre che presso Fotografica Gariglio di Perosa Argentina. Dopo l’acquisto, il consiglio dell’autore è quello di un ascolto in cuffia. Noi ci atteniamo alle indicazioni e rilanciamo il suggerimento. A tutti voi va il nostro “buon viaggio” sonoro!

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Qualche assaggio dell’album direttamente dal canale YouTube di Claudio Aimonetto (trovate i link anche nella nostra pagina “video”)

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Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

http://groovin.eu

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