Guido Beccaria, una finestra in musica sul mondo giovanile

Il nome di famiglia è legato indissolubilmente a una storica forneria di San Lazzaro, borgo pinerolese nella zona est della cittadina. Qualcuno lo conosce invece per la sua attuale attività di guida turistica. Ma non tutti sanno che Guido Beccaria è stato – ed è – anche un cantautore dalla marcata vena poetica, tra i più seguiti dal pubblico e tra i più celebrati dagli addetti ai lavori, in quegli anni Ottanta che lo videro protagonista. Tra i suoi successi, ricordiamo la vittoria nella quarta e ultima edizione di “Genti Emergenti”, nel 1989. Il noto festival pinerolese, nella seconda metà del decennio, catalizzò l’attenzione sulle nuove proposte musicali di zona e, ancora oggi, le compilation dell’evento rappresentano un’importante testimonianza documentale del periodo. Guido ebbe l’onore di comparire in ben due di quegli album, diventando a posteriori uno dei simboli più cristallini della kermesse.

Nel 1989 L’Eco Mese dedicava a Guido Beccaria un piccolo articolo, che oggi è anche una buona occasione per riscoprire la sua storia artistica. Nel mettere in moto la macchina del tempo, abbiamo pensato che sarebbe stato più efficace farci raccontare quelle vicende direttamente da lui, così l’abbiamo ospitato sulle nostre pagine e gli abbiamo rivolto alcune domande.


Ciao Guido, grazie per aver accettato il nostro invito. Facciamo un salto indietro nel tempo. Com’è nata la tua passione per la musica? Qual è stato il momento in cui hai capito che la musica era lo strumento giusto per esprimere le tue idee e le tue emozioni?

Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia che ha sempre amato la musica. Ne ascoltavamo tanta, sia in casa che nel laboratorio di panetteria che i miei genitori avevano. Prima mio padre (classe 1934) e poi mio fratello impararono a suonare l’organo. E poi io, ma questa volta scelsi la chitarra e fui influenzato, nella scelta, anche da una brava e bella vicina che già la suonava. Decisi, per cui, di frequentare lo studio musicale del Maestro Mario Scrivano, in via Del Pino a Pinerolo. Avevo 11 anni ed era il 1976.

Ci puoi sintetizzare, anche attraverso i nomi di progetti e musicisti con cui hai collaborato, la tua biografia musicale?

Nei gruppi musicali, i cosiddetti complessi, ho cominciato a suonare nel 1980 e il primo si chiamava Gli 80 Fame. Già il nome era tutto un programma, e facevamo, rigorosamente, solo pezzi nostri. La Band era composta da me (voce e chitarra), Lucio Cassinelli (voce e chitarra), Claudio Galetto (basso) e Gianfranco Guaitini alla batteria. I pezzi li scrivevamo io e Lucio ed il genere era un rock melodico. Nello stesso periodo creammo anche Le Ceneri, con me, Galetto, Guaitini e Jo Iovacchini alla chitarra solista. Anche qui solo pezzi nostri, di un genere più esistenziale e criptico. A scrivere le canzoni era soprattutto Claudio e qualcosina io.

FC Francesco Caudullo Guido Beccaria Mario Manduca
F.C. (Guido Beccaria e Mario Manduca)

Nella primavera del 1981 vengo chiamato da Francesco Caudullo (colui che poi diventerà il leader/fondatore degli Africa Unite con lo pseudonimo di Madaski) a suonare come bassista negli FC insieme a Mario Manduca (chitarra) e lo stesso Caudullo, che cantava e suonava le tastiere (ahimè non ricordo chi fosse il batterista e l’altro tastierista).

Ricordo invece molto bene il nostro primo concerto come FC (era anche il primo mio concerto live): giugno 1981, Auditorium del Liceo Scientifico Marie Curie di Pinerolo. Oltre all’emozione e all’adrenalina, ricordo molto bene un incidente tecnico durante le prove generali: condividevamo la serata con le Pecore Nere, un gruppo di Piossasco che faceva del Blues (la band dei fratelli Lino e Alberto Fiorentino e Maurizio Drusilla alla batteria, n.d.r.) e il loro chitarrista, durante le prove e a causa di un grave problema elettrico, rimase fulminato ed attaccato, per qualche lunghissimo secondo, alla sua chitarra.

Meno male che la scossa lo fece cadere giù dal palco così da staccarsi dalla chitarra e da questa scarica di corrente. Dopo avrà fatto una decina di giri dell’Auditorium, insieme ai suoi compagni, per riprendersi, sotto gli occhi attoniti di noi tutti. La sera dopo suonò regolarmente, ma non ti dico la paura che avevamo tutti di incappare in un simile incidente.

spazio rock 81 pinerolo

Con Francesco Caudullo ho fatto anche un mini concerto in cui facevamo pezzi dei Sex Pistol. Negli anni 80 l’ex caserma Fenulli era la sede dell’Artigianato pinerolese e, durante la manifestazione, erano previsti diversi concerti. Questo permetteva ai vari gruppi pinerolesi di esprimersi, naturalmente gratuitamente. L’organizzazione forniva l’impianto voci. In seguito ho suonato con gli Waves’ Dancers, gruppo con cui ho partecipato a Genti Emergenti 3, insieme a Massimo Rivolo (chitarra solista), Sandro Calloni (basso), Paolo Rabito (batteria), Andrea Rabito (sintetizzatore), Marco Priotti (pianoforte elettronico) e Tamara Carlino (voci e cori).

Con il tempo il gruppo si è poi leggermente trasformato come elementi, cambiando il nome in Amnesia Band, ma il nostro repertorio erano, sempre di più, i miei pezzi. La Band era così composta: io voce solista e chitarra acustica; Robert Mongiello chitarra elettrica solista; Massimo Rivolo al basso; Marco Priotti sintetizzatori; Mauro Moratello pianoforte e tastiere; Gianfranco Guaitini alla batteria; Luisa Prompicai cori e voci.

Quali sono state le influenze musicali che ti hanno indirizzato stilisticamente? Che musica ascoltavi ai tempi?

Ho sempre ascoltato di tutto: dai Pooh agli AC/DC, da Baglioni ai Deep Purple. In particolare, ho ascoltato molto cantautori come De André e Pierangelo Bertoli, e un gruppo storico, che ancora oggi adoro ascoltare, come i Genesis. Ma ciò che più mi ha influenzato, nel creare le mie canzoni, credo sia stato il rock melodico e la musica pop italiana di qualità e cantautoriale che si ascoltava negli anni 70/80 e in parte 90.

Quali sono state le ispirazioni che, a un certo punto, ti hanno condotto verso un percorso solista e autoriale? 

L’ispirazione me la dava la vita di tutti i giorni, le emozioni, gli innamoramenti, gli amici e alcune volte ho composto su testi che mi scrivevano persone a me vicine. Ho anche scritto una canzone per un recital a tema religioso/spirituale.

Quando si parla di te, è comune accostare il tuo nome alle esperienze di Genti Emergenti, a cui hai partecipato per due edizioni. Che ricordi hai di quell’evento e del mondo musicale pinerolese degli anni Ottanta?

Ho dei bellissimi ricordi di quel periodo. La chitarra era spesso con me e la usavo molto come mezzo per esprimermi, cantare le mie emozioni e ciò che avevo dentro. Genti Emergenti mi ha regalato grandi soddisfazioni e la possibilità di incidere ben tre canzoni su due dischi compilation: Genti Emergenti 3 come Guido Beccaria con la canzone “Sensazioni” (testo e musica miei) e come Band Waves’ Dancers con la canzone “Paolo e Francesca”, totalmente scritta dal mio tastierista Marco Priotti; Genti Emergenti 4 come Guido Beccaria e con la canzone “Non ti lascerò annegare” (testo e musica miei), con cui sono arrivato primo proprio nella selezione per poter entrare tra i dieci che avrebbero inciso il disco. Scoprii la cosa attraverso un articolo sull’Eco del Chisone di quella settimana che titolava “Guido Beccaria emerge tra le genti”. La giuria mi aveva dato il punteggio più alto …e son soddisfazioni;-).

Il mondo musicale pinerolese di quegli anni era molto ricco: gli Esdra, gruppo che seguivo da vicino, di cui mi piaceva molto il repertorio (solo canzoni loro) e che si ispirava ai primi Genesis di Peter Gabriel (Lucio Cassinelli -voce solista; Roberto Salvai -basso; Daniele Bianciotto – batteria; Mario Manduca e Francesco Caudullo alle tastiere e Mario Bellia alla chitarra solista); gli Age, che facevano cover dei Deep Purple e degli AC/DC (Pascal, Meirone e Ciota); I Vieta che facevano cover degli Eagles e tanti altri che sarebbe lunga e difficile da ricordare nei dettagli.


Tutti provavamo nelle cantine, nei locali della parrocchia che gentilmente ci ospitava, nei garage, con strumentazione propria, impianti e amplificatori spesso noleggiati da Merula di Roreto di Cherasco (che esiste ancora oggi). C’era molto fermento e tantissima voglia di suonare e comporre, sono stati anni bellissimi quegli anni 80 (ecco perché Raf incise “cosa resterà degli anni 80” :-).

Ai tempi era molto più difficile incidere dischi rispetto a quanto non lo sia oggi, grazie agli strumenti di home recording e di distribuzione digitale. Pubblicasti in qualche modo la tua musica? Esiste una discografia ufficiale di Guido Beccaria? 

È proprio come dici, all’epoca era difficile incidere dischi e si registravano i concerti (e anche le prove) con tecnologie che adesso sembrerebbero preistoriche. Ed io, grazie a Genti Emergenti e al circolo La Fenice, ente organizzatore della manifestazione con il supporto delle amministrazioni pubbliche locali, diretto da Vincenzo Mazzà (persona appassionata di musica e sensibile ai gruppi emergenti) ebbi la possibilità di registrare due miei pezzi gratuitamente. Integrando con miei risparmi, poi, ne registrai altri quattro. Nacque così la mia prima ed unica compilation ufficiale che si intitolava “…se non ora quando?!”. Uscì nel 1990 come audiocassetta (come disco sarebbe costata troppo, tra l’altro ne ho ancora delle copie).

Punto di riferimento per le registrazioni e per l’uscita della mia compilation (sette brani totali, di cui sei miei e uno del mio tastierista Marco Priotti) fu lo studio musicale Discotop di Mario Scrivano, mio maestro di musica e chitarra fin dalle mie prime note e con cui ho chiacchierato e suonato molto in quegli anni. Ho poi traslato tutto su CD, aggiungendo altri brani registrati acusticamente da Mario e altri ancora registrati artigianalmente con la tecnologia di cui disponevamo all’epoca, per un totale di quindici brani. Il mio repertorio totale è di una ventina di canzoni ma alcune di esse, adesso come adesso, faticherei a ricordarmele e dovrei andare a risentire le registrazioni fatte all’epoca.

Tra l’altro approfitto di questa domanda per dirti che, dal 1991, e dopo un esame svolto a Roma in SIAE, sono diventato Compositore Melodista non trascrittore e posso depositare i miei brani e tutelare i miei diritti d’autore relativamente ai brani depositati. È stata anche questa un’esperienza che ha coronato quegli anni vissuti a piene note.

Per chi volesse conoscere le tue canzoni, esiste un modo oggi, fisico o liquido, per ascoltarle?

Ahimè, l’unico modo, ad oggi, per sentire le mie canzoni è chiedere a me ma, appena avrò tempo, approfondirò la possibilità di caricare i miei brani su Amazon Prime (App a cui sono iscritto). Mamma mia com’è cambiato il mondo della musica! Quando ho iniziato ad ascoltarla c’erano i mangiadischi portatili… adesso è tutto nel cloud… e puoi registrarti i brani a casa con un minimo di strumentazione adeguata ;-).

Quali erano le tematiche che ti stavano più a cuore? Quali, secondo te, tra le canzoni che hai scritto, quelle che più ti rappresentano? Ce n’è una che ti ha dato più soddisfazioni di altre?

I temi delle mie canzoni erano le emozioni, ciò che mi colpiva attorno a me, l’amicizia, l’amore e le riflessioni esistenziali, naturalmente vissute e descritte a modo mio. In alcuni casi ho utilizzato testi scritti dalla mia fidanzata dell’epoca o da amici.

Le mie canzoni, devo dire, mi rappresentano un po’ tutte proprio perché, avendo trattato tematiche diverse (a volte lo stesso tema ma in modo diverso) le vivo come un arcobaleno di “sensazioni” ed emozioni di cosa vivevo in quel periodo. Ma se proprio devo scegliere le tre canzoni, in ordine cronologico, che più mi han dato soddisfazioni, sia personalmente che come apprezzamento del pubblico, sceglierei “Sensazioni”, “Non ti lascerò annegare” ed “È da tanto”. E, delle tre, “Non ti lascerò annegare” è quella che le batte tutte, per come è nata, per il testo, per le soddisfazioni che mi ha dato e ancora mi dà nel suonarla…

Oggi che rapporto hai con la musica? Stai ancora suonando? Scrivi ancora canzoni? Che musica ascolti?

Ahimè, oggi come oggi dedico poco tempo alla musica suonata e devo ringraziare la mia bimba di tre anni se ogni tanto mi metto a suonare e cantare. Cerco di farlo per lei: le mie canzoni e tutte quelle che ricordo e che facevano parte del mio repertorio, forse è un modo per dirle chi ero e un po’ sono ancora. Canzoni vere e proprie “è da tanto” che non ne scrivo più ma, non ti nascondo, che ogni tanto mi torna la voglia. Già solo scrivendoti questa mia breve storia mi tornano in mente tante cose e le sensazioni di quegli “anni senza fiato”.

Come musica ascolto un po’ di tutto, classica, pop italiano ed internazionale, rock più o meno duro e non vedo l’ora di tornare a godermi qualche bel concerto dal vivo. Grazie davvero per avermi dato la possibilità di ricordare quegl’anni, le emozioni, i ricordi e le cose vissute, sono davvero stati belli e vissuti intensamente. In bocca al lupo per Groovin’ e a presto!


Ringraziamo Guido per aver speso un po’ del suo tempo nel raccontarci le sue vicende e nell’aver ricordato con noi un periodo importante della musica pinerolese. In chiusura condividiamo un video, estrapolato dalla rete, tra le sue rarissime apparizioni on line. In calce, infine, ripubblichiamo l’articolo dell’Eco Mese da cui siamo partiti per rievocare questa fetta di storia locale, insieme a una sintetica rassegna stampa che celebra la parabola artistica di Guido Beccaria. Breve, ma di grande intensità.

Buona musica.

Ones



Articolo tratto da L’Eco Mese n. 7/1989 – per gentile concessione di www.ecodelchisone.it

Guido Beccaria, giovane cantautore pinerolese. Testi e musica, con la sua band, per comunicare il vuoto che circonda i suoi coetanei, ma anche le loro avventure, le loro gioie.

Era l’inizio degli anni ’80 quando Guido Beccaria, pinerolese, fornaio di Borgo S.Lazzaro, si cimentava nei primi concerti, “aggregato” a diversi gruppi. Poi, nel 1985, la scelta di cambiare genere musicale: non più il rock, magari preso in prestito da complessi veri, famosi, ma canzoni scritte in proprio.

Alla fine di quell’anno il primo concerto. “Una tappa importante non solo per farmi conoscere dal pubblico: mi ha offerto la possibilità di esprimere ciò che sento, di trasmetterlo agli amici, a chi mi ascolta.

Sono i testi e la musica, da lui stesso, composta, la forza delle sue canzoni. Nessun cedimento alla retorica o a sentimentalismi gratuiti: piuttosto il vuoto che circonda i suoi coetanei, colmato con la droga ed enfatizzato nell’indifferenza. Ed ancora le canzoni d’amore, i brani romantici, lontani dal filone convenzionale: sono le avventure, le gioie, la finestra sul suo mondo giovanile, ma anche la presenza nel gruppo della parrocchia e le canzoni scritte per un recital sulla vita di Gesù Cristo.

Quasi sempre lontano dal palcoscenico, Guido Beccaria ricorda volentieri la partecipazione alla terza e quarta edizione di “Genti Emergenti”, dove ha ottenuto un buon riconoscimento con la sua band: Gianfranco Guaitini (batteria), Robert Mongiello (chitarra e basso), Marco Priotti (tastiere e sintetizzatore).

“Probabilmente, a fine estate, farò un concerto, ma non scrivo le canzoni con questo fine; credo che la musica sia principalmente un mezzo di comunicazione delle nostre esperienze”.


Articolo tratto da L’Eco del Chisone, 1989

GUIDO BECCARIA EMERGE TRA LE GENTI

La giuria del concorso musicale “Genti Emergenti” sabato 14 scorso si è riunita, nella sede dell’ARCI, per la selezione dei brani che saranno incisi su disco LP. Professori di musica e di lingue straniere, rappresentanti delle maggiori emittenti radiofoniche del Pinerolese, uno studente del Conservatorio, un rappresentante del Circolo “La Fenice, organizzatore della manifestazione, una collaboratrice del nostro giornale ed un assistente radiotelevisivo hanno scelto, come miglior interprete e compositore tra i dieci “giovani artisti” che il 30 aprile parteciperanno al concerto di presentazione del lavoro discografico, Guido Beccaria, con la canzone “Non ti lascerò annegare”. “Tra i brani – hanno commentato i professori di musica – c’è un ritorno alla melodia, mentre diminuiscono le canzoni appartenenti al filone dell’hard rock”.


Articolo tratto da La Lanterna – 16/06/1992

Guido Beccaria e l’Amnesia Band – Due espressioni musicali, un solo cammino

Guido Beccaria (primo concerto: primavera 1981 come bassista) comincia a scrivere ed a fare ascoltare le sue canzoni con gli “80Fame”, gruppo di musica d’autore nato nei primi anni ’80. Nel 1985 nasce l’Amnesia Band che porta sempre avanti un discorso di canzoni d’autore, logicamente inedite, in quanto scritte da autori conosciuti solo a livello locale.

Nel 1987 Guido rimane l’unico compositore del gruppo e comincia così un rapporto privilegiato tra Beccaria e l’Amnesia Band. Nel corso degli anni la Band ha avuto un ricambio di elementi, ma non è mai venuta meno la voglia di esprimersi con quel magico strumento che è la musica.

Attualmente i musicisti sono: Guaitini Gianfranco (batteria), Mongiello Robert (chitarra elettrica), Prompicai Luisa (voce, cori), Pugno Marco (tastiere), Rivolo Massimo (basso elettrico), Vignolo Stefania (tastiere).

Collaboratori di Guido il quale, oltre a comporre e cantare, dà una mano con la chitarra e cura insieme a loro gli arrangiamenti dei pezzi. Altro componente importante della Band è Renato Scaffidi che cura i suoni nei concerti.

Il genere musicale del gruppo è un pop-rock italiano con qualcosa di straniero.

Attualmente in repertorio vi è la metà dei pezzi di Guido (alcuni scritti in collaborazione con altri autori) e il restante di canzoni note al grande pubblico.

“Nei nostri concerti cerchiamo di trasmettere qualcosa di noi stessi e la gioia di fare musica, sperando che chi ci ascolta si senta davvero coinvolto e, cogliendo il nostro messaggio, possa pensare: Però, è stata davvero una bella serata!”


Articolo tratto da Il Monviso – 25/12/1991

È uscito il disco di Guido Beccaria

Da qualche giorno è disponibile l’incisione di Guido Beccaria, giovane cantuatore pinerolese. Un sunto di esperienze diverse, prima fra tutte la collaborazione con l'”Amnesia Band”, la partecipazione a vari concorsi per giovani promesse, anche fuori dall’ambito piemontese, vincendo alla manifestazione “GENTI EMERGENTI”. Il titolo della raccolta “SE NON ORA, QUANDO”, significa quanto sia per lui importante dire adesso quelle cose in cui crede, giuste o sbagliate che siano.

L’amore è comunque il tema dominante, seguito a ruota dalla “fede” nel contesto della vita sociale. Emergono tra gli altri “SENSAZIONI” e “PROFUMO DI BOSCHI” In fotografia lo vediamo in un posto insolito per un cantautore tradizionale, per cui i casi sono due: o non è ancora un profeta in patria, oppure trae ispirazioni dagli antichi menestrelli, che nel dichiarare il proprio amore si aiutavano coi giochi delle stelle.


Articolo tratto da L’Eco Del Chisone – 21/11/1991

“Se non ora quando?!” – Il filo rosso delle sette canzoni

Da alcuni giorni è in vendita presso alcuni negozi di articoli musicali di Pinerolo e di Torre Pellice la musicassetta di Guido Beccaria, realizzata in collaborazione con Amnesia Band: “Se non ora quando?!”. Dopo dieci anni di concerti, questo giovane cantautore è arrivato al suo giro di boa: una pausa di riflessione per guardarsi intorno e riflettere sul passato; canzoni in questo periodo ne ha scritte molte. “Però ho voluto individuare alcune tematiche che a me stanno particolarmente a cuore – spiega Guido Beccaria – l’amicizia; le scelte di vita; l’amore”.

Ne è venuto fuori un mix di sette canzoni piacevoli da ascoltare, unite insieme da un filo rosso; le esperienze di incontro con le altre persone, con gli amici e con le prime infatuazioni, attraverso le fasi dell’esistenza.

Dall’adolescenza alla maturità, dalle rinunce in cambio di un dono prezioso alle delusioni e gli sconforti, ai facili entusiasmi.

I brani – testo e musica di tutte le canzoni, tranne una realizzata dal tastierista della band, sono stati scritti da Guido Beccaria – se da un lato propongo uno stato d’animo a una soluzione, dall’altra premono forte sull’acceleratore dei sentimenti. “Parlare d’amore – conclude il cantautore – è sempre attuale”.

ones

Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

http://groovin.eu

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