Holy M, la nuova generazione del pop

Dietro lo pseudonimo misterioso di Holy M si nasconde il giovane cantautore della Val Pellice Alberto Marmello. Avvicinatosi alla musica da pochi anni, Holy M ha già all’attivo un nutrito elenco di singoli pubblicati sulle principali piattaforme di streaming. I suoi primi lavori sono evidentemente influenzati dall’estetica trap e rap, soprattutto dal punto di vista dell’arrangiamento. E non potrebbe essere altrimenti, visto il forte appeal che il genere ha sulle nuove generazioni. I contenuti, però, si sono sempre discostati dai classici racconti “periferici” della trap. “Niente armi, amici in galera o pacchi di droga – ci confida Holy M – io scrivo di amore e delle emozioni che la musica mi suscita“. Quasi naturale, dunque, una successiva virata verso il pop e le sue angolazioni radiofoniche. Alcune delle sue produzioni più recenti – realizzate in collaborazione con il Real Plug Studio di Grugliasco – tendono infatti ad abbandonare i beat precotti, l’autotune ossessivo e la cadenza vocale strascicata degli esordi, per abbracciare timbri più naturali e sonorità affini alla nu soul. Il suo cantato poi, pur aderendo agli stilemi contemporanei che affondano le radici proprio nel rap e nei suoi derivati più “leggeri”, ha assunto una vocalità meno ostentata, facendosi decisamente più convincente.

Siamo forse ancora lontani dai modelli che lo stesso Holy M cita come sue attuali fonti di ispirazione. Paolo Nutini, James Blunt e Ben Harper possono ancora aspettare. Ma è innegabile che sia in atto un percorso stilistico in quella direzione. Una strada che l’ha portato soprattutto a fornire ai suoi brani vestiti sonori meno algidi, replicando i colori di una certa soul music contemporanea. Canzoni come “Quando mi baci” o “Noci di cocco” stanno in quella terra di mezzo che collega il pop con atmosfere da black music. Così come l’accompagnamento ritmico che la chitarra elettrica ricama in “Passerà” sembra manifestare, anche se ancora un po’ timidamente, l’esigenza di abbandonarsi di più alla musica suonata.

Ecco perché, parallelamente alla sua crescita compositiva, in Alberto matura la decisione di dare consistenza alle sue canzoni anche nella dimensione live. Nasce così la band che da qualche tempo lo accompagna, riarrangiando i suoi lavori per essere eseguiti dal vivo: Guiscardo Marmello e Simone Pedrini alle chitarre, Marco Peron al basso, Alice Michelin ai cori e Stefano Aglì alla batteria. La ricerca è quella di una dimensione musicale diversa, che non prescinda più dalla forma concertistica, ma che, anzi, ne faccia un fondamentale riferimento stilistico. In questo senso ci piacerebbe che la sua storia diventasse paradigmatica di un movimento in divenire; che molti ragazzi accomunati dalla passione per la musica iniziassero nuovamente a imbracciare strumenti musicali; che abbandonassero l’isolazionismo della produzione casalinga per immergersi in un’attività dai forti connotati socializzanti. Perché la vera magia della musica sta nell’interplay, nello scambio di energia tra chi suona e chi ascolta, nell’immediatezza comunicativa che solo l’arte di Euterpe sa offrire. E Holy M sembra averlo capito molto bene.

Di seguito il collegamento alla pagina Spotify di Holy M, dove potrete gustarvi uno degli migliori esempi dell’interpretazione pinerolese del pop contemporaneo.

Ones

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Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

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