C’era una volta il Jazz Club Pinerolo

Era il 1989, quando prendeva il via l’entusiasmante avventura del Jazz Club Pinerolo. Un’istituzione che si impose, nell’arco di quasi vent’anni, come importante punto di riferimento per la musica live sul territorio. La sua attività fu determinante soprattutto per la riscoperta, da parte del pubblico locale, di un genere musicale che in quegli anni non godeva certamente di buona salute, ma che, anche grazie a questo tipo di proposte, subì una progressiva infusione di nuova linfa vitale. L’idea nacque dalla passione di un gruppo di amici che si ritrovava periodicamente nei locali del Circolo Sociale, al primo piano di Via Duomo 1. Tra partite di bridge e biliardo, conferenze e incontri con personaggi famosi, cene e convivialità, da circa duecento anni al Circolo si innesca un intenso scambio culturale. Ed è proprio da questa interazione intellettuale che, in quel finale di decennio, prese corpo il progetto di portare in città, attraverso iniziative concrete, l’affascinante universo del jazz. L’obiettivo venne perseguito prevalentemente attraverso l’organizzazione di concerti, ma non mancarono tipologie alternative di divulgazione, quali ad esempio le serate di ascolto guidato.

Ai tempi, il jazz era poco considerato – ci racconta Claudio Ferri, che del Jazz Club è stato il presidente fin dai suoi esordi – anche a livello internazionale. Il settore appariva abbandonato e molti grandi nomi avevano persino smesso di suonare a causa del ridotto interesse nei confronti del genere. Per questo si potevano organizzare concerti con cachet non troppo elevati, ingaggiando nomi talvolta anche altisonanti. In tal senso, fummo all’avanguardia!“. Ci fu per fortuna anche l’appoggio dell’Amministrazione Comunale, che contribuì in maniera determinante all’affermazione dell’iniziativa. Un patrocinio culturale, certamente, ma anche economico, con un sostegno fondamentale per le spese. Perché, sebbene i locali venissero concessi gratuitamente, bisognava pagare gli artisti, la SIAE e, talvolta, anche il noleggio degli strumenti per i musicisti che, quando provenivano da molto lontano, spesso non potevano portarsi dietro i propri. Grazie, dunque, alla dedizione delle forze in campo, supportate evidentemente dalle istituzioni preposte, incominciò la storia di un gruppo di visionari che, per quasi due decenni, resero Pinerolo un importante centro focale per la musica jazz.

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Franco Cerri e i soci del Jazz Club

Nel gruppo dei fondatori, oltre a Ferri, si annoveravano personaggi allora molto conosciuti nell’ambito musicale e sociale di Pinerolo. Mariano Pellizzeri, i Maestri Giorgio Santiano (1932-1993) e Paolo Comorio, Mario Corradazzo, per citarne alcuni. Tutti in qualche modo con un background importante. Santiano, ad esempio, a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, fu autore di alcune canzoni di notevole successo a livello nazionale come “Auf Wiedersehen a Diano Marina”. Paolo Comorio, già membro del complesso di Santiano, in quegli anni era invece insegnante presso il Centro Jazz di Torino e, nel contesto che stiamo raccontando, fu anello di congiunzione con Corradazzo, che del Centro Jazz era presidente. Per il club, Corradazzo e la segretaria Ornella Tromboni furono consiglieri fondamentali, soprattutto per l’aspetto organizzativo, grazie alla loro consolidata esperienza nel settore.

I primi concerti si tennero presso l’Auditorium di Corso Piave, ma fu subito evidente l’inadeguatezza di quel palco a ospitare artisti di fama mondiale. Non solo per l’acustica, certamente non eccellente, ma anche per la mancanza di alcuni elementi essenziali, come ad esempio i camerini, o per lo scomodo posizionamento dei servizi igienici. Per fortuna, dopo poco tempo, fu possibile spostare gli eventi su palcoscenici più idonei. Gli spazi del Circolo Sociale divennero presto la principale ribalta del Jazz Club, ma una volta l’anno la programmazione passava anche dal Teatro della Parrocchia Madonna di Fatima (oggi conosciuto impropriamente come Teatro Incontro, dal nome dell’associazione che qui ha la sede). Nel corso dei suoi quasi vent’anni di vita, Ferri e soci riuscirono a portare in città alcuni tra i nomi più prestigiosi del jazz italiano e mondiale. Su tutti spiccano il sassofonista Lee Konitz, il contrabbassista Henry Texier, i chitarristi Barney Kessel e Tal Farlow, ma anche gli italiani Franco Cerri, Franco D’Andrea e Flavio Boltro, veri fuoriclasse della scena nazionale. Anche il nostro territorio offrì i suoi artisti migliori ai vari cartelloni del club. Per citarne alcuni, Andrea Allione, Aldo Mella, Andrea Ayassot, il trio di Gerardo Cardinale e Luigi Martinale, già allora grande amico del Jazz Club.

Per l’organizzazione dei vari concerti, il Jazz Club si appoggiò spesso ad altri enti e festival piemontesi. Il prestigioso Eurojazz Festival di Ivrea, ad esempio, ogni anno inviava a Pinerolo uno dei suoi ospiti. Ma degna di nota fu anche l’inclusione, fino al 2007, di una data in città nel programma di “Blues al Femminile”, la kermesse del Centro Jazz di Torino che dal 1991 al 2009 fece esibire in molte location della regione le migliori blues-women del mondo. Tra le altre iniziative concertistiche che contrassegnarono la storia del club, ricordiamo anche le due edizioni del Festival d’Autunno tenutesi nel 1995 e nel 1996. Rispetto alla consueta programmazione, questo Festival si focalizzava sul jazz autoctono (nazionale e locale), prediligendo il pianoforte a coda come strumento attorno al quale imperniare tutto l’evento, anche per ovviare alla mancanza di pianisti nelle scalette degli anni precedenti, dovuta all’impossibilità di fornire loro uno strumento adeguato.

Il Jazz Club terminò la sua attività una quindicina di anni fa. Subentrarono cause per lo più di tipo personale, come motivi di salute, stanchezza o desiderio di perseguire altri interessi da parte dei suoi fondatori. Giorgio Santiano, Paolo Comorio e Mario Corradazzo oggi non sono più con noi. Così ci siamo rivolti a Claudio Ferri, che ha invece aperto il suo archivio e la sua memoria storica per raccontarci quella straordinaria avventura. Buona parte dei contenuti di questo articolo provengono infatti dai ricordi dell’ex presidente, apprezzato chitarrista che, ancora oggi, continua attivamente a fare musica. Attualmente fa parte della band saluzzese Ciao Cerea, con cui si esibisce gratuitamente per gli ospiti delle case di riposo.

Nel 1989, L’Eco Mese dava conto della nascita del Jazz Club, concentrandosi principalmente sull’arrivo in città di Franco Cerri, primo di una serie di chitarristi che avrebbero riempito la stagione iniziale, interamente dedicata agli interpreti della sei corde. Vi riproponiamo di seguito la versione integrale dell’articolo.

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Dall’Eco Mese Novembre 1989Articolo di Maurizio Agliodo

A PINEROLO IL NEONATO JAZZ CLUB

Arriva “l’uomo in ammollo”, ed è subito jazz

Anche Franco Cerri – 40 anni di attività jazzistica alle spalle – per il primo concerto in programma a Pinerolo il 23 novembre (1989, n.d.r.)

Il primo appuntamento che il neonato Jazz Club Pinerolo ha organizzato è un vero bocconcino prelibato: il 23 novembre prossimo sarà ospite di Pinerolo Franco Cerri, il chitarrista conosciuto anche da chi non mastica jazz come “l’uomo in ammollo” (per una nota pubblicità televisiva). Il trio che suonerà all’Auditorio di C.so Piave oltre che da Cerri sarà composto anche da Paolo Pellegatti alla batteria e Marco Vaggi al contrabbasso.

Ma la vera notizia consiste appunto nella nascita del Club, che un gruppo di appassionati ha fortemente voluto dopo una meditazione che durava da tempo e “sponsorizzata” dal Presidente del Centro Jazz di Torino, Mario Corradazzo, in arte Mariazzo.

Con tanto di Statuto che recita, nel suo primo articolo, i fini della costituzione “promuovere la conoscenza e la diffusione della musica jazz attraverso l’organizzazione di concerti, conferenze, pubblicazioni, proiezioni di registrazioni video di concerti”, il Jazz Club Pinerolo ha voluto come tema del suo primo anno di attività “la chitarra nel jazz” e così, dopo Cerri, giungeranno a Pinerolo per animare gli ultimi giovedì di ogni mese, Andrea Allione, Giulio Camarca, Tal Farlow, Pino Russo e, con tutta probabilità, Philip Catherine, Barney Kessel e Lino Patruno.

Dopo le jam sessione ospitate da tavernette e cantine in cui i vari Comorio, Ferri, Santiano, Pellizzeri, Curto, Callieri e Corradazzo davano libero sfogo alla loro voglia di musica, dopo qualche parentesi al Sociale in cui ai pezzi classici si sono via via aggiunte composizioni di Paolo Comorio, presso il cui studio di Viale Rimembranza ha sede il Club, ora il lancio del jazz a Pinerolo. Un lancio che pare per ora riservato a pochi cultori di questo genere musicale; la scelta dell’Auditorio con magari qualche problema di acustica la dice lunga sul numero di chi mastica jazz nel pinerolese, ma che nel tempo potrebbe rivelarsi di più ampio respiro se i fini a cui abbiamo accennato saranno perseguiti fino in fondo e se Pinerolo si animerà un tantino più del solito attorno ad un’iniziativa che giustamente lo stesso assessore della Città, Drago, vede di buon grado.

Ora poi, con la possibilità di sfruttare la struttura fissa che è stata installata presso la Fenulli, non dovrebbero esserci problemi anche se il numero di appassionati dovesse aumentare fortemente.

I soci fondatori, una cinquantina, hanno sborsato un biglietto da centomila a testa ed hanno posto in vendita delle tessere da lire diecimila che daranno la possibilità di ottenere sconti particolari sui biglietti dei concerti

Primo appuntamento dunque con Franco Cerri, sessantatreenne che oltre alla chitarra si è dedicato allo studio di altri strumenti tra cui il contrabbasso. Numerosi i concerti in ogni parte del mondo e di rilievo la sua produzione discografica; tra le incisioni più note quelle del ’59 con il sestetto ed il quartetto di Chet Baker, quelle del ’58 con Claude Williamson e la “European Jazz Stars”.

Andrea Allione invece, pinerolese, vive attualmente a Trieste ed ha suonato con Pino Daniele, Romano Mussolini e Paolo Conte. La sua attività lo porta ad operare nelle più note sale di registrazione come free lance.

Ma l’attività concertistica – ci dice Mariano Pellizzeri, segretario del Club – sarà affiancata una volta al mese da serate di audizioni in cui si avvarrà dell’aiuto di un esperto per la presentazione ed i commenti dei brani“.

Un’iniziativa da seguire che ci auguriamo venga accolta nel migliore dei modi da questo pinerolese un po’ pigro che magari si lamenta che non viene mai pensato nulla di nuovo ma che lascia poi deserte le sale dove vengono accolte le più disparate proposte.

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Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

http://groovin.eu

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