ACCORDION TO ME – Alessandro Chiappetta / Marco Varvello

Alessandro Chiappetta e Marco Varvello sono due punte di diamante della musica pinerolese. Il primo è, a oggi, il miglior chitarrista jazz tra quelli nati e cresciuti nel nostro territorio. Un artista che nasconde, dietro a un approccio timbrico molto tradizionale, un originale portfolio di fraseggi e di ricerche armoniche. Cresciuto alla scuola di mostri sacri come Scott Henderson e John Scofield, Chiappetta ha perfezionato la sua tecnica raggiungendo vette molto elevate, anche in virtù di una versatilità non comune. Sebbene, infatti, almeno in apparenza, prediliga un indirizzo piuttosto canonico, sappiamo che, specialmente negli anni dei suoi esordi, ha affrontato repertori anche molto lontani tra loro e sempre con risultati eccellenti. Il dato non è secondario e ha sicuramente contribuito a farne uno dei migliori esponenti italiani della sei corde. D’altronde parla per lui la sua carriera, fatta di numerose esperienze, anche internazionali, che lo hanno visto collaborare con nomi di spicco del jazz italiano, tra cui Andrea Allione, Fabrizio Bosso e Roberto Gatto.

Varvello è invece un musicista dalla storia multiforme. Le sue vicende artistiche spaziano dal jazz all’indie rock, dalla musica elettronica alla composizione di colonne sonore. Autore eclettico, insegnante innovativo, produttore, ma soprattutto polistrumentista, nel corso di circa un ventennio si è cimentato, tra gli altri, con basso elettrico, pianoforte e fisarmonica. Ed è proprio quest’ultima l’inconsueta protagonista di “Accordion To Me”, l’ultima fatica discografica di Marco, qui per la prima volta in duo con Chiappetta. Nell’album, attraverso un elegante viaggio sonoro, la coppia esplora le varie potenzialità espressive dello strumento. La fisarmonica viene così estrapolata dai soliti contesti popolari e paesani, ed è ricollocata in un ambito colto e raffinato, dove altri grandi interpreti, come – tra gli altri – Piazzolla e Richard Galliano, l’avevano già saputa trasportare nel corso del secolo scorso.

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L’album è sostanzialmente un atto d’amore verso la fisarmonica. Varvello torna al mantice dopo un ampio periplo creativo che lo aveva condotto, come già accennato, a sperimentare molteplici e multiformi sfaccettature musicali. Il titolo di questo lavoro, e il gioco di parole che in esso si mimetizza, sintetizza l’intenzione autoriale di una personale rilettura proprio di quelle ispirazioni che da sempre ne guidano la ricerca. Una rivisitazione costruita attraverso i colori peculiari e variegati di uno strumento le cui connotazioni da sempre rimbalzano tra climi gioiosi e atmosfere sensuali e malinconiche. In questo senso, è evidente la predilezione per un jazz di tipo classico. Le scelte di repertorio sono orientate verso standard tradizionali e riflettono un approccio complessivo lontano da sperimentalismi di sorta. Esempi eloquenti sono “There Will Be Another You” e “Blame It On My Youth”, pietre miliari del genere, risalenti agli anni Trenta-Quaranta, ma portate al successo una ventina d’anni dopo da alcuni nomi fondamentali della musica del Novecento come Chet Baker e Nat King Cole. Lo stesso discorso vale per “Georgia On My Mind”, associata oggi al repertorio soul di Ray Charles, ma con una genesi e una cronologia analoghe alle prime due.

Nella selezione della tracklist c’è poi una forte componente folklorica, per altro non necessariamente sganciata dal generale approccio jazzistico dell’intero lavoro. “Jamaica Farewell”, nota soprattutto nella versione anni Cinquanta di Harry Belafonte è, ad esempio, un tradizionale caraibico; la gitana “Bossa Dorado” del chitarrista francese Dorado Schmitt fa parte del vasto repertorio manouche; “Domino”, dell’italiano Louis Ferrari, si rifà al genere musette, una musica da ballo per fisarmonica affermatasi in Francia alla fine dell’Ottocento; senza dimenticare la conclusiva “Free Improvisation – Irish Feast”, che mette insieme improvvisazione e sonorità irlandesi. Europa e America, musica popolare e musica colta, si fondono così in un viaggio sonoro rilassato e affascinante.

A completare la scaletta, troviamo infine “Bluesette” del belga Toots Thielemans e “Three Views of a Secret” di Jaco Pastorius. La reinterpretazione della prima appare anche come una riflessione su analogie e contrapposizioni tra l’armonica a bocca dell’originale e la fisarmonica di Varvello. Due strumenti dal suono prossimo, ma così ovviamente lontani per tecniche e filosofie. La seconda, invece, è una rara scorribanda nella fusion degli anni Ottanta, nell’unico esempio di jazz più recente che troverete all’interno di questo lavoro.

“Accordion To Me” è stato registrato live a Nizza Monferrato nell’estate 2021, in occasione del Contadino Jazz Festival. Oltre alla versione digitale dell’album, disponibile integralmente sulle consuete piattaforme, su YouTube potete trovare alcuni filmati girati durante la performance. Di seguito vi proponiamo i collegamenti ad alcuni di questi contenuti per una più completa esperienza fruitiva.

Ones

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Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

http://groovin.eu

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