HOME DANCIN’ – Luca O.F.F.

Dietro lo pseudonimo di Luca O.F.F. si cela una delle figure artistiche più eclettiche e onnicomprensive del panorama pinerolese contemporaneo. Un musicista dalla marcata attitudine polistrumentistica, capace di cimentarsi con forme e generi stilisticamente anche piuttosto distanti tra loro, ma anche un visual artist altrettanto versatile per discipline e materiali esplorati nel corso della sua biografia creativa. Luca Storero, nella sua recente pubblicazione discografica dal titolo “Home Dancin'”, ha riassunto buona parte di questa variegata esperienza sincretica, con risultati davvero sorprendenti. La totale autoproduzione – intesa nel senso più ampio possibile – rende l’album una sorta di “Tubular Bells” pinerolese. Rispetto al capolavoro di Oldfield, però, Storero ha scelto un approccio totalmente do it yourself, eseguendo autonomamente in home recording tutti gli arrangiamenti, senza l’apporto di collaborazioni esterne e curandone anche gli aspetti produttivi. Inoltre, in ossequio alla sua inclinazione predominante e al curriculum professionale, ha pure esteso il suo intervento alle grafiche di copertina, sulla quale campeggia un parziale e ironico autoritratto ispirato a un se stesso danzante col volto di uccello, conforme a quel bestiario mitologico già oggetto di molta della sua arte figurativa.

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La sua poliedricità si misura soprattutto nella quantità e nella varietà degli strumenti utilizzati, selezionati all’interno di un’ampia collezione personale che annovera svariate decine di pezzi provenienti da tutto il mondo. Si va dalle più tradizionali chitarre a oggetti dai nomi esotici come lo xaphoon, il saz o il darbuka, interessando un po’ tutte le famiglie della classica tassonomia organologica. Percussioni, tastiere, cordofoni e strumenti a fiato passano sotto le mani sapienti di Luca, diventando l’ispirazione e gli elementi-guida per la realizzazione di ritmi, melodie e intrecci timbrici, principale veicolo per la materializzazione concreta del suo pensiero compositivo.

Le diciassette tracce di “Home Dancin'” non hanno un preciso inquadramento stilistico. Esse nascono dalla vena estemporanea dell’autore e si fanno carico delle molteplici sfumature del suo percorso. Se le origini popolari e periferiche di alcuni strumenti infondono una generale tonalità da world music, non mancano infatti accenni al blues o brani dall’incedere jazzy. Anzi, spesso è proprio questa contaminazione a costituirsi come il principale denominatore comune di tutta l’opera. Ne sono esempio alcuni brani come la sensuale “Blue Valley”, traduzione sonora di una “carovana che si snoda lungo una valle senza fine”, con la sua struttura sostenuta da un indolente zarb persiano, in cui gli incastri armonici ci catapultano dentro delicate atmosfere mediorentali. Oppure “Night Glitter”, in cui le sonorità di un saz, la cosiddetta chitarra saracena, ci rimandano alla Turchia e al suo magnetismo (“il mio Bosforo personale”, la definisce Storero). Oppure ancora l’omaggio alla Bhangra Music indo-pakistana di “Ra_Bhang” o la spagnoleggiante “Los Galfos”. Ecco, proprio in queste composizioni, le implicazioni folkloriche di un malcelato esotismo compaiono in una rappresentazione spuria, con bassi elettrici che sanno pienamente di occidente e chitarre che si snodano nell’aria con il delta del Mississippi erto a modello.

Il titolo del CD sottolinea ironicamente la dimensione domestica della musica che realizzo“, ci racconta Luca Storero. Un po’ come “ballare in casa, un momento di abbandono al ritmo, anche se talvolta lento e intimo“. Le diciassette tracce sono state selezionate tra gli oltre 150 brani pubblicati dall’autore in circa un decennio sulla sue pagine Soundcloud e Bandcamp, dove, per altro, l’esperienza d’ascolto è arricchita dai suoi disegni, abbinati come copertina ad ogni singola composizione. Il risultato è un viaggio affascinante in vari anfratti del mondo, ma con quell’accezione contemporanea sottolineata, per altro, dall’eccellente impianto sonoro dalla spiccata vocazione moderna. Per larghi tratti esso rimanda al percorso che musicisti come Peter Gabriel fecero negli anni Ottanta, in quell’assimilazione delle tradizioni di stampo etnico da parte della popular music coeva. Ma a determinare quest’ora abbondante di musica è soprattutto il groove fortemente caratterizzante delle intense e avvolgenti linee di basso, che tracciano una linea ininterrotta tra inizio e fine con un’indelebile impronta fusion dall’animo funk. Così, tra i rimandi alle tradizioni di popoli lontani e i saltuari tentativi sperimentali (ad esempio, l’accordatura aperta di “Kingopen” o le armonizzazioni vocali di “Holy Days”), ad emergere è soprattutto l’imprinting apportato da un certo jazz-rock d’annata, sempre ben saldo tra le principali ispirazioni di Luca O.F.F.

Fondamentalmente impossibile, dunque, etichettare “Home Dancin'”. Una volta Luca ci raccontò che per lui la musica è l'”invito a un viaggio che tradisca continuamente la sua meta, offrendo piccole sorprese lungo il cammino“. Nell’elaborazione compositiva, infatti, egli adotta un “non metodo” e si lascia trasportare dalle suggestioni del momento e da ogni ispirazione che ne venga a influenzare il percorso. Nascono da qui quell’eterogeneità e quell’eclettismo che non si lasciano mai incasellare in precisi dettami programmatici, ma ondeggiano tra vari universi, spinti dal vento dell’energia creativa verso lidi spesso inaspettati.

“Home Dancin'” esce per la LO_Fai, etichetta “farlocca” inventata nel 2001, che ha accompagnato l’autore nella produzione di CD, libri illustrati, calendari, libri-gioco e altri svariati artefatti che ne hanno caratterizzato lo specifico tragitto. Per ora il disco è disponibile solo nel formato fisico del CD, richiedibile direttamente all’autore tramite l’indirizzo mail storeroluca@gmail.com. Su Bandcamp, però, potete acquistare le singole tracce, in versione digitale, a 1,00 Euro l’una. In ordine sparso, invece, su Soundcloud le trovate mescolate alla quasi integrale opera omnia dell’autore. Sulla piattaforma musicale tedesca, come plus in aggiunta ai brani del CD, potrete infatti ascoltare moltissime altre registrazioni di Luca O.F.F, tra cui anche alcuni estratti dell’album “Frogments” del 2013, realizzato insieme al sassofonista Andrea Ayassot.

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Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

http://groovin.eu

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