PROFETI E ROBOT VOL. 3 – Mario Bellia

Lo scorso mese di ottobre faceva la sua comparsa in rete il video di “Forever”, canzone firmata da Mario Bellia, ma sostanzialmente nata dalla collaborazione tra lo stesso chitarrista pinerolese e il cantante Lucio Cassinelli. Il video, opera degli artisti Paola Taccia e Luca Storero, traduce metaforicamente la perennità implicata dal titolo. E lo fa attraverso il viaggio di una barca di carta che, dopo alcune peripezie lungo un fiume e sopra le nuvole, torna sulla terra da cui era partita, facendosi latrice di un preciso messaggio che sintetizza l’aspirazione mortale all’eternità. Per certi versi si tratta di un girovagare dalla forte valenza allegorica, laddove il suo percorso rimanda al moto perpetuo del ciclo idrologico, simboleggiando con un’ottica lieve quanto visionaria l’equilibrio perfetto della natura nella sua esistenza potenzialmente infinita.

Forever” è una ballata ipnotica e sospesa, che procede per immagini, dal forte sostrato psichedelico. La canzone fa parte di un album uscito nel 2022 dal titolo “Profeti e Robot Vol. 3”, tassello di un’ideale trilogia iniziata con il precedente “Nebulosatarantola” che, un po’ come il “Fleurs” di Battiato, passa direttamente al 3 saltando curiosamente il secondo episodio. Inizialmente concepito come un lavoro acustico, il disco doveva essere realizzato dai soli Bellia e Cassinelli – autori di tutte e quattro le tracce – con un approccio chitarra-voce, la cui semplicità avrebbe dovuto metterne in evidenza l’immediatezza comunicativa. Di tale scelta timbrica e stilistica non c’è quasi più traccia nel risultato finale dell’album, ad eccezione proprio della già citata “Forever”, rimasta praticamente inalterata rispetto all’intenzione originaria. Durante la lavorazione dell’EP, infatti, alcuni eventi hanno finito per trasformare parte delle tracce, suggerendone una revisione più compiuta. Basso e batteria diventavano progressivamente sempre più imprescindibili, necessari per concretizzare le nuove idee che nel frattempo erano sopraggiunte.

Mettere su una band in tempi brevi, però, non è impresa semplice. L’alchimia non si crea dal giorno alla notte. Così, di fronte a questa difficoltà, i due musicisti pensano immediatamente di coinvolgere alcuni amici con i quali l’intesa era già cementata da decenni. I prescelti sono Daniele Bianciotto (batteria) e Roby Salvai (basso), coi quali, negli anni Ottanta, Cassinelli e Bellia formarono la storica line-up degli Esdra. Non sarà possibile assegnare alla band la paternità del disco. I quattro, infatti, non si ritroveranno mai a suonare insieme, nemmeno per una prova. Non si può parlare, dunque, di reunion. Ma i singoli contributi, assemblati in fase di mix, saranno determinanti nel connotare l’impianto complessivo di “Profeti e Robot” con sonorità che rimandano a quella straordinaria e fortunata stagione. A partire dalla splendida “Prophets of the Universe” – il momento più elevato di questo lavoro – dove si intersecano affascinanti linee melodiche, armonizzazioni vocali e arrangiamenti essenziali quanto curati, che richiamano le atmosfere della west coast di fine anni Sessanta, vero e proprio marchio di fabbrica della musica recente di Bellia.

profeti e robot esdra mario bellia lucio cassinelli daniele bianciotto roby salvai

“Profeti e Robot Vol. 3” consta di due parti distinte. La prima – che include le due tracce già citate – si rifà al folk-rock lisergico d’oltreoceano. La seconda possiede tratti più nazionali, coi suoi testi in italiano e con le sue strutture che si allontanano dal clima etereo della psichedelia. I suoi caratteri specifici alludono a quel rock d’autore nel cui solco si inserì la storia degli stessi Esdra e nel quale riecheggia la raffinatezza della specifica interpretazione italica del rock progressivo. “Madamadorè” è ispirata all’omonima canzone per bambini, mentre “Robot” è un inno alla musica e al suo potere aggregativo, il cui messaggio si ravviva soprattutto se contestualizzato in questa nostra era, smaccatamente individualista e costellata da espressioni artistiche di plastica.

L’album si inserisce, dunque, all’interno di un possibile trittico di lavori, ma potrebbe anche essere soltanto “un romantico tuffo nel passato adolescenziale e sperimentale, musicalmente condiviso con i primi veri amici musicisti”, come racconta Bellia. La continuità con il precedente “Nebulosatarantola” è comunque più che evidente, soprattutto in quella dimensione onirica che, almeno a partire da un passato recente, sembra permeare sempre di più ogni singola nota incisa dal chitarrista pinerolese.

Ones

ones

Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

http://groovin.eu

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Groovin'