Evocazioni lisztiane nel “Totentanz” di Giuseppe D’Angelo

Nel 2020 usciva, per la casa discografica Dodicilune, il disco “Totentanz – evocazioni lisztiane“, di Massimiliano Génot ed Emanuele Sartoris. La particolarità di quel lavoro risiedeva nella rilettura che i due pianisti operavano sul “Totentanz” – composizione per pianoforte e orchestra di Franz Liszt – in cui i brani estrapolati dall’opera del musicista ungherese erano inframmezzati da brani originali e improvvisazioni dalla marcata impronta jazzistica.

Nei mesi successivi il progetto si evolve. Dopo la pubblicazione di questo lavoro, infatti, il direttore artistico del Contrametric Ensemble Farhad Mahani ne commissiona una versione per orchestra da camera e pianoforte a quattro mani al compositore Giuseppe D’Angelo, il quale riscrive l’orchestrazione della partitura originale per un organico ridotto – pianoforte, quintetto d’archi, oboe, fagotto, clarinetto, flauto e corno – dando vita a una magistrale mistura timbrica di grande effetto. D’Angelo rielabora le parti della versione precedente cercando, da un lato, di mantenerne la struttura originale, dall’altro ricomponendo secondo la propria personale visione, in cui traspaiono le influenze di Gyorgy Ligeti e Steve Reich, tra i suoi principali modelli di riferimento.

L’opera è stata presentata lo scorso 10 settembre presso il Castello di Masino e si può ascoltare in versione integrale nella registrazione filmata pubblicata recentemente sul canale YouTube del compositore. Oltre mezzora di musica dallo straordinario impatto emotivo, nei quali Génot, Sartoris e i musicisti del Contrametric Ensemble, diretti dallo stesso Mahani, attraverso lo spartito di D’Angelo, riattualizzano la danza macabra del compositore ungherese, mescolando le suggestioni originarie con le molteplici sfaccettature della musica contemporanea.

Di seguito, le tre parti in cui è suddivisa l’esecuzione.

Ones

ones

Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

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