Chronomaster e Vivaldi Metal Project: i testi di Douglas Docker tra fantascienza e Prog-Metal

I primi mesi del 2022 hanno visto la pubblicazione di due interessanti album, accomunati da un analogo approccio stilistico, ma anche dalla presenza, nelle rispettive crew, di un musicista che in zona conosciamo molto bene. “EpiClassica”, seconda fatica discografica del Vivaldi Metal Project, e “The Android Messiah”, esordio del Chronomaster Project, sono legati tra loro non solo dall’approccio marcatamente prog-metal che ne caratterizza la ricerca e le sonorità. A rendere possibile l’accostamento delle due opere, infatti, è anche la partecipazione, alla stesura dei testi di entrambe, del musicista lusernese Douglas Docker.

Pianista e tastierista di alto profilo, ideatore della monumentale impresa narrativo-musicale dei Docker’s Guild, Douglas è molto ricercato anche per collaborazioni esterne in qualità di paroliere. Le sue origini italo-franco-americane sono elemento basilare della sua professione multiforme, che comprende anche docenze di lingua inglese. Insegnamenti che riguardano, tra le altre cose, l’applicazione dell’idioma anglosassone alla scrittura di canzoni, in passato oggetto di specifici corsi della sua scuola di rock. Ma alla sua tecnica di scrittura e al suo mestiere consolidato, vanno aggiunte anche una spiccata visionarietà fantascientifica e una certa attitudine “gotica”, che lo rendono particolarmente adatto soprattutto ai progetti “concept” di stampo progressivo.

Di seguito una sintetica panoramica sui due lavori citati, dove emerge a chiare lettere l’applicazione alla musica di una notevole inclinazione letteraria.


vivaldi metal project epiclassica copertina album cover
EPICLASSICA – Vivaldi Metal Project

“EpiClassica” – Vivaldi Metal Project

Il disegno artistico del Vivaldi Metal Project ruota attorno alla figura di Mistheria. Iscritto all’anagrafe come Giuseppe Iampieri, Mistheria è uno straordinario pianista e tastierista, acclamato session-man, che vanta in curriculum alcune prestigiose collaborazioni come quella con Bruce Dickinson degli Iron Maiden. Sul mercato discografico il nome del VMP esordisce nel 2016 con l’uscita di “The Four Seasons”, rivisitazione in chiave metal delle “Quattro stagioni” di Vivaldi.

L’opera prima, rispetto ad analoghe fusioni di classica e rock, si segnalava principalmente per una particolarità. L’arrangiamento, tra il prog e il power metal, prevedeva infatti una reinterpretazione tematica, sottolineata dalla presenza di parti cantate che, ovviamente, nell’originale non c’erano. Alla stesura delle liriche venne invitato proprio Douglas Docker, che assunse, almeno in principio, un ruolo assolutamente centrale. Nel primo album, infatti, il suo intervento risultò massivo, comparendo tra i credits di buona parte delle tracce come autore dei testi, ma anche come sporadico esecutore di parti di tastiera. In “EpiClassica”, invece, l’intervento di Docker si riduce a sole due tracce, “Dies Irae” e “Tragic Serenade”. Malgrado questo, il suo contributo rimane fondamentale per la storia della band. L’inclinazione epica e mitologica dei suoi testi, infatti, ne ha favorito e rafforzato la definizione stilistica e l’atmosfera generale.

Va precisato, per altro, che se l’opera scelta per il primo disco giustificava pienamente anche il nome del progetto, in questo secondo album Vivaldi rimane appena un’ispirazione iniziale. Solamente la traccia d’apertura si rifà al compositore veneziano, mentre il resto della tracklist spazia dal barocco al romanticismo, in una selezione che pesca a piene mani da più di due secoli di storia della musica. Bach, Mozart, Beethoven, Liszt e altri. Sono questi i protagonisti del nuovo processo di attualizzazione posto in essere dal VMP, per il quale Mistheria si è attorniato di una settantina di artisti tra il meglio che il prog-metal internazionale possa offrire. Nel nutrito elenco di ospiti, risalta il nome del batterista Mike Portnoy, già membro di Dream Theater, Transatlantic e altre formazioni seminali del progressive contemporaneo.


the android messiah the chronomaster project copertina album cover
THE ANDROID MESSIAH – The Chronomaster Project
THE ANDROID MESSIAH – The Chronomaster Project

Il Chronomaster Project nasce dal genio del produttore lombardo Fabio Rancati e del tastierista novarese Lele Mr Triton, al secolo Emanuele Salsa. L’album d’esordio uscito pochi giorni fa è una vera e propria rock opera, con tanto di plot narrativo e personaggi ben delineati. Ogni protagonista è interpretato da un cantante solista differente, in un’alternanza che rimarca la vocazione drammaturgica del progetto. L’avvicendamento degli stili e dei registri, che lambiscono anche l’ambito delle vocalità estreme, serve infatti a enfatizzare i singoli caratteri come si fa nel musical, facendo acquisire allo stesso concetto di interpretazione una connotazione tipicamente attoriale.

“The Android Messiah” è un racconto fantascientifico che narra le vicende di un eroe alle prese con la difesa del proprio pianeta da un’invasione aliena. Lo sviluppo del racconto si adagia su un impianto strumentale di stampo prog-metal melodico, nel quale il virtuosismo impeccabile degli interpreti non riesce a nascondere del tutto una certa anima thrash. Il disco rappresenta un piccolo gioiello per gli amanti delle sonorità più dure del post-prog . Ma più in generale, a godere di questo prodotto saranno soprattutto gli appassionati di letteratura sci-fi e di serie televisive. Dietro al Chronomaster Project, infatti, esiste tutto un programma di sviluppo del “marchio” che promette un coinvolgimento sensoriale a 360 gradi.

Intanto perché l’album, e la sua eventuale rappresentazione visiva e scenica, saranno solo una parte del disegno complessivo. La storia, infatti, dovrebbe in futuro diventare ambientazione di videogame, giochi in scatola e libri, in un “multiverso” fantastico, ricco di sfaccettature. E poi perché, fin dalla sua presentazione, si fa esplicito riferimento all’universo di Tommy Westphall (per un approfondimento vi invitiamo a leggere l’articolo di hallofseries.com). Si tratta di una particolare teoria mediologica, secondo cui un impressionante numero di serie tv – più di 400 – sarebbero collegate tra loro tramite inequivocabili anelli di congiunzione, spesso celati tra le pieghe dei singoli copioni. La concatenazione che ne deriverebbe permetterebbe di considerare tutte le fiction coinvolte come parti di un unico grande macrotesto. Un’enorme sceneggiatura comune collocata, per tempo e spazio, nell’immaginario mentale del personaggio di “St. Elsewhere” che ha dato il nome alla tesi.

Analogamente, “The Android Messiah” si rifà all’epopea di “The Mystic Technocracy”, creando un primo quanto fondamentale collegamento con il mondo di Docker’s Guild. Un’ispirazione tematica, certamente. Ma anche un’intenzione ludica. Un invito a scoprire eventuali connessioni tra i due mondi, in attesa che questi si moltiplichino, intrecciandosi ulteriormente tra di loro. È in questa prospettiva che Douglas Docker riveste un ruolo centrale. Non solo autore dei testi del Chronomaster, incarico che gli ha permesso di entrare di diritto nella line-up ufficiale dell’ensemble. Ma anche una sorta di Tommy Westphall pinerolese, scaturigine di uno specifico macrocosmo immaginifico, catalizzatore delle istanze fantascientifiche su cui convergono anche le vicende del “Maestro del Tempo” e del pianeta Tau-1.

La formazione del Chronomaster Project, oltre ai già citati Rancati, Salsa e Docker, si completa con Luigi Jamundo (principale compositore, chitarre e basso), Giorgio Novarino (basso), Enrico “Erk” Scutti (voce), Carlos Cantatore (batteria) e Leonardo Porcheddu (chitarra solista).

Buon ascolto.

ones

Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

http://groovin.eu

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