“PERCHÉ NON È SOLO MUSICA…” – “Città nuova”, una storia di musica in terra sarda.

Da un po’ di tempo manco da queste pagine, da quando scrivemmo, a più mani, un emozionato ricordo di Karenza che ci aveva lasciati da poco. Tornarci è sempre un piacere perché le pagine di Groovin’ sono le più ospitali che mi sia mai capitato di bazzicare.

Questa volta sono armato di un entusiasmo particolare. Desidero, infatti, parlarvi di di un album la cui realizzazione mi ha coinvolto in prima persona. Si tratta di “Città Nuova”, un disco che è il frutto dell’ingegno e dell’impegno di un collettivo artistico e politico. “Collettivo”… una parola tremendamente fuori moda che convoglia lungo lo stesso asse vibrazioni libertarie che partono dalla Sardegna Gramsciana di Ales passando per Pinerolo e giungendo con lo stesso spirito fino a Torino ed Aosta. “Città nuova” è un lavoro dall’ispirazione multiforme, un progetto sonoro intriso di grande consapevolezza in cui, come era lecito aspettarsi, la sensibilità politica è estremamente marcata e nel quale si avvertono, musicalmente parlando, coordinate stilistiche che è corretto definire come eterogenee. Ben sapendo che in casi come questo “non è solo musica”, è saggio fornire dei punti cardinali puramente estetici che diano al lettore un’idea della veste sonora che si è scelta per esprimere la consapevolezza e la passione a cui accennavo poco sopra.

L’album ha un telaio non solo punk-rock ma poggia su un frame multicolore nel quale trovano una solida collocazione anche la forma espressiva del reading e tracce dalla veste più acustica. I linguaggi, non solo sonori, sono variegati. La presenza della Sardegna è tangibile anche per la musicalità impareggiabile della lingua di quella magica terra, presente nella prima traccia dell’album. Nelle note esaustive che potrete leggere sul libretto che “guarnisce” il CD, Stefano Giaccone scrive, tra le altre cose: ”dirò solamente a proposito di questo oggetto trasportatore di audio che si tratta di un gesto di amore tra persone che vivono, suonano, promuovono Musica, Vita, Contro-cultura in Torino, Pinerolo, Aosta, Sardegna…”. Ed ancora: ”quindi è anche un tributo a coloro che verranno”. Questa frase è la sintesi che calza meglio a questo nuovo lavoro. Stefano Giaccone, che di “Città nuova” è il supervisore artistico, ha un legame molto stretto con Pinerolo e con il suo hinterland variegato. Ha collaborato attivamente, una ventina di anni fa, con Stranamore e spesso su quel palco si è esibito. Il suo lungo peregrinare umano ed artistico lo ha visto più volte lambire i confini della nostra terra. Con questo CD, Stefano chiude un cerchio lungo più di quarant’anni di storia, creatività e militanza artistico-politica. 

La calata dei Franti, dei quali lui era una mente pensante, all’auditorium di Corso Piave, nel 1986, è stata certamente una pietra miliare per tutta la peculiare e vitalissima scena punk storica della nostra “panettone city”. Quel mitico autogestito al quale parteciparono, tra gli altri anche Kina e Nerorgasmo (io vi suonai al pomeriggio con gli oscuri Spleen…) rappresenta certamente una linea di confine per la comunità dei punx locali; un confine con un prima ed un dopo ben precisi.

Le persone che a vario titolo hanno preso parte a questo album appartengono a gruppi storici dell’underground italiano: Franti e Kina su tutti ma anche Brigata Stirner, Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo, Delinkuere, uniti a solisti di grande pregio quali Matteo Castellan, Stefano Risso, Stefano Casti ed altri ancora, accomunati dal fatto di avere sensibilità affini e di essere decisamente collaudati. I temi trattati nei testi restituiscono una lettura molto concreta del nostro mondo, con tutte le sue crescenti ed inaccettabili diseguaglianze ed esprimono un marcato senso di distanza verso tali situazioni. “A canzoni non si fan rivoluzioni”, diceva qualcuno e di questo siamo tutti ben consci ma un’arte estranea al mondo che ci circonda e nella quale l’artista o presunto tale faccia “la punta al suo pisello” avvitandosi ad oltranza su improbabili dinamiche relazionali non ci appartiene e ci pare, visti i tempi, perlomeno inopportuna…

Credo, da narratore tifoso e coinvolto, che alcuni momenti dell’album si possano sintetizzare più direttamente di altri. “La tua storia” è un pezzo, finalmente scevro dalla retorica di altre composizioni con intenzioni simili, sulla brutalità del mondo del lavoro nella nostra società cancro-capitalistica, una brutalità in cui l’incidente mortale rappresenta soltanto l’ultimo anello di una intollerabile catena di vessazioni. “Troppo lontano”, rivisitazione del noto anthem dei Kina è uno sguardo volutamente privo di filtri sull’incomunicabilità e la disperazione che permeano il nostro mondo. “Canzone urgente”, ripresa due volte, è poesia urbana allo stato puro, nel suo inconsueto muoversi per immagini crude e reali. La voce narrante di Lalli fa capolino più volte donando la sua consueta profondità timbrica e del cuore. Molti altri sono i momenti in cui lo “sguardo” dell’ascoltatore potrà volgersi ad una soluzione ritmica o armonica riuscite come ad una parola particolarmente bilanciata.

Sappiamo bene che “dire di politica” è nulla se non lo si fa in modo coerente ed è per questo che si è deciso di non impelagarsi nel nuovo mercato, freddo e impersonale, della cosiddetta “musica liquida”. Non troverete “Città nuova” su nessuna piattaforma tipo Spotify et similia. Riteniamo che il supporto fisico tangibile, fuori moda come noi e le nostre scelte, sia preferibile alla freddezza di un file distante ed intangibile. La distanza tra “artista” e fruitore è sempre stato un qualcosa che abbiamo vissuto come assolutamente negativo e vogliamo – donchisciottescamente – continuare a combatterlo. Ciascuno ha, legittimamente, i propri mulini a vento… D’altra parte, poiché siamo più che mai consci dell’impossibilità di una rivoluzione sociale, ci prendiamo, col sorriso sulle labbra, il lusso di un ennesimo sovvertimento interiore, liberi dal diktat odierno della “leggerezza”; vocabolo abusato e portato alla stregua di un moderno artifizio per annacquare la potenza delle pulsioni creative più sincere. 

Non si tratta nemmeno lontanamente di una “operazione nostalgia” poiché riteniamo il “messaggio” di vitalità creativa contenuto in questo album ancora vivido e pulsante e non degno di essere rinchiuso nello spazio angusto e polveroso del “come eravamo”. Avrei voluto scrivere una recensione ma l’adesione totale a questo progetto, come suonatore e come spirito affine, mi rende un tifoso del progetto medesimo per cui è saggio considerare queste righe come una descrizione assolutamente partigiana. 

L’album è stato registrato in Sardegna, a Lunamatrona, nel febbraio del 2022 sotto l’abile regia di Stefano Casti, assistito da Nicola Vacca. La produzione esecutiva di “Città nuova” è affidata alla sapiente regia di Giuseppe Manias, direttore operativo della biblioteca Gramsciana di Villaverde (Or). Chi fosse interessato all’acquisto del CD “La città nuova” non deve fare altro che accreditare 10 euro via
paypal a: giaccone.franti@gmail.com specificando l’indirizzo a cui spedire il CD stesso.

guidoross


Di seguito la recensione di “Città nuova” realizzata da Ones.

guidoross

Guido "Ross" Rossetti è il curatore de "L'assalto del tempo", la stanza virtuale di chi, come lui, è impegnato a riordinare gli antichi fasti della propria scena musicale. Se è vero che la musica passata va ascoltata con attenzione, è altrettanto vero che la sua cornice va descritta con la vivida passione di chi c'era. "Ricordare un futuro" è la mission che lo storico suonatore pinerolese intende dividere con i suoi lettori.

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