SENZA FARCI DEL MALE – Artico

“Senza farci del male” è il titolo dell’album d’esordio di Artico, pseudonimo del cantautore e polistrumentista pinerolese Ettore Scarrico. Nato musicalmente come trombettista, più o meno saltuariamente abbiamo anche avuto modo di apprezzarne le eccellenti doti vocali e un lodevole eclettismo da polistrumentista. Lo ricordiamo, tra le altre, in alcune formazioni di un certo rilievo come gli Skamarcio o, più di recente, nella party band Le Cannonate. Ma, parallelamente all’attività nell’ambito delle cover, Artico coltiva da tempo, e con una certa dedizione, un’urgente esigenza cantautoriale. Negli ultimi anni ha affinato la sua tecnica interpretativa e compositiva, giungendo nel 2023 alla realizzazione di questo suo primo e gustoso lavoro da solista.

artico senza farci del male copertina

L’album vede la luce la scorsa primavera, dopo che già nel 2022 ce n’era stato fornito qualche assaggio. Erano stati pubblicati, infatti, alcuni singoli che sono poi finiti tutti nella tracklist definitiva. Uscito inizialmente solo in CD, e distribuito da indipendente attraverso alcuni rivenditori locali, a settembre cattura l’attenzione degli addetti ai lavori e finisce nella squadra della Ipogeo Records, che ne cura finalmente anche la diffusione via streaming e lo rende disponibile all’ascolto su vasta scala. Un lavoro che merita attenzione, soprattutto per la sua sensibilità contenutistica e per l’accuratezza delle partiture, messe in mano a un team di raffinati esecutori. Insieme ad Artico – voce, chitarre, rhodes e sintetizzatori – si annoverano nei credits Alessandro Osella (chitarra elettrica e acustica), Amedeo Saluzzo (basso elettrico), Francesco Cornaglia (batteria, percussioni) e Matteo Giai (Rhodes e pianoforte in “Goccia”). Una formazione di session men che vantano collaborazioni di spicco. Alcuni di loro addirittura con nomi top della musica italiana come Niccolò Fabi e Levante. Una menzione a parte la merita poi Iosonocobalto, ovvero la cantautrice torinese Serena Manueddu, splendida interlocutrice del dialogo intimo costruito in “La voce dentro me”.

Il titolo dell’album è estrapolato da un verso di “Goccia”, tra i brani usciti nel 2022, che racchiude uno dei concetti chiave dell’intero lavoro. La vita è un coacervo di alti e bassi, di vittorie e sconfitte, per superare le quali diventa fondamentale l’approccio cooperativo. Correre insieme, cadere senza farsi male e senza farsene a vicenda. Lenire i dolori degli insuccessi e da questi ripartire, offrendosi mutuo sostegno. Sono i rapporti umani, dunque, il cardine su cui poggia l’essenza della vita. I legami che l’individuo intrattiene con se stesso, con la propria storia, con gli altri, con il mondo circostante, sono il fulcro delle sue azioni. Per raccontarne le implicazioni, Artico sceglie un punto di vista immanente, quello che passa attraverso la sua intimità, i pensieri personali, i sentimenti. Nasce così un “viaggio introspettivo attraverso l’emotività dell’uomo”, un percorso interiorizzante che è soprattutto un modo per interpretare l’esperienza umana tramite i piccoli eventi della quotidianità. Le relazioni sono, in questo contesto, le connessioni tra gli elementi della realtà e la sintassi significante dell’esistenza.

“Senza farci del male” è una raccolta di otto canzoni, nelle quali spiccano l’approccio live della registrazione e l’intervento post-produttivo appena accennato. Si crea così un’impressione di autenticità e immediatezza che meglio sottolinea il mood intimistico dei testi. L’arrangiamento essenziale ha il carattere della creatività misurata al servizio dell’opera, così come solo gli artisti più sensibili sanno infondere. Un approccio che accorda all’impianto sonoro complessivo una velata connotazione soul, qua e là rafforzata dalle peculiarità timbriche del rhodes, delle chitarre processate col tremolo e una batteria dai toni chiusi che profuma di Motown. Tale atmosfera si respira in particolare in “Un altro giorno”, “Specchi” e “Se resti a guardare”, i punti più accattivanti dell’intero lavoro, che per il resto fila via liscio lungo una direttrice che fonde l’intensità delle liriche con una certa levità stilistica, costruita attorno al tipico gusto italico per la melodia, qui modellato da una preponderante anima pop.

Ispirate a vicende reali, dunque, le canzoni dell’album sono concreti punti di contatto con il mondo circostante. Momenti che rappresentano un credibile veicolo di comprensione di noi stessi. Le tre canzoni sopra citate sono, in questo senso, paradigmatiche. La traccia d’apertura, ad esempio, è una riflessione sulla necessità di confrontarsi con le ossessioni della quotidianità. L’esigenza di affrontare un mondo apparentemente ostile, che ci vuole diversi da come siamo e che è diverso da come ce lo aspetteremmo, che richiede di riadattare costantemente la nostra personalità e le nostre ambizioni ai capricci di un destino spesso deludente. Il medesimo senso di amarezza lo si trova in “Specchi”, dove è l’amore tradito a esserne causa. “Se resti a guardare”, invece, è una riflessione sui sogni irrealizzati, sulle potenzialità inespresse, sulle scelte che indirizzano il corso della vita verso vicoli che sembrano stare sempre troppo stretti rispetto alle aspirazioni originarie. In tutte e tre, però, come nel resto del disco, emerge una sorta di responsabilità dell’individuo, padrone del proprio destino, ma spesso incapace di accettare gli eventi o di infondere la giusta determinazione per definirne il corso. Rivelazione che imprime all’intero CD un senso velatamente malinconico.

“Senza farci del male” punta sulla semplicità comunicativa, capace di risultare empatico grazie a una focalizzazione sugli universali culturali. Ma le soluzioni poetiche, le più che apprezzabili doti vocali e gli arrangiamenti, che sanno essere raffinati senza essere artefatti, sono i veri plus di un lavoro leggero nei toni ma profondo nel pensiero, dal songwriting intelligente e maturo. Potete ascoltarlo in streaming – di seguito condividiamo il collegamento a Spotify – oppure cercare la copia fisica contattando direttamente l’autore sulle sue pagine social.

Ones

ones

Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

http://groovin.eu

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