LULLABY (FOR AN ANGEL) – Paolo Gambino

La storia è quella di una gravidanza dagli esiti drammatici. Si racconta di Alice, bambina nata con una grave malformazione, cui un destino avverso non ha concesso che pochi giorni di vita. Si descrive il turbine emotivo di due genitori e la loro inquietudine nel passaggio dalla gioia dell’attesa allo strazio per la perdita. Uno sconforto in parte lenito dall’arrivo di un nuovo figlio – poi saranno due – che, non potendo ovviamente cancellare il passato, si costituirà almeno come concreta possibilità di ricostruzione e di ripartenza. Il nuovo album da solista di Paolo Gambino nasce da presupposti tristemente autobiografici e traduce in musica gli altalenanti stati d’animo che nel 2006 sconvolsero la sua serenità familiare.

“Lullaby (for an Angel)” è un concept strumentale, che rinuncia, quindi, al potere narrativo delle parole – d’altronde non sarebbe questo l’universo elettivo di Gambino – preferendo concentrarsi sulle stratificazioni emotive che il carattere suggestivo della musica sa ricreare. Si tratta di sei composizioni relativamente brevi, che segnano una marcata differenza rispetto al precedente “B-Positive“, uscito nel 2018. Allora eravamo di fronte a un disco costruito intorno alle peculiarità del pianoforte, tra brani originali e geniali riletture. Nell’intreccio tra sentimenti profondi e costrutti ironici, Gambino, da una parte, deliziava l’ascoltatore con la sua consueta maestria compositiva e performativa, mentre dall’altra lo depistava invitandolo a un’interpretazione più frivola e giocosa.

Nel suo nuovo lavoro, invece, il pianista lascia da parte i virtuosismi per concentrarsi sulla scrittura, mirata a tradurre in suoni la complessità dei sentimenti che ne hanno ispirato la genesi. Spontaneamente, si impregna di un’impronta più tastieristica, anche per l’approccio orchestrale della partitura. Vista la profondità tematica della vicenda narrata, poi, si perde per strada anche l’ironia del disco precedente. Essa lascia il posto a un’alternanza di dolcezza malinconica e drammaticità epica, di levità melodica da musical e solennità cinematica. La musica si carica di enfasi, nell’intento di creare empatia con i turbamenti emotivi che ne sono la fonte.

lullaby (for an angel) paolo gambino copertina cover

La sequenza di immagini sonore di cui si compone “Lullaby” si apre con la ballata pianistica “Once Upon a Time”. Il titolo ci introduce subito all’atmosfera fiabesca della storia. Pur nella sua dolorosa concretezza reale, infatti, la ricostruzione ha un che di mitologico, dall’essenza paradigmatica. Nelle intenzioni dell’autore, infatti, il disco vorrebbe essere anche un mezzo per dare voce a chi ha vissuto situazioni analoghe e costituirsi come veicolo di speranza, oltre che di condivisione. Così il “c’era una volta” richiama, per quanto possibile, un’osservazione distaccata, presupponendo persino un intento pedagogico dalla valenza universale.

Il clima sognante è ribadito subito dopo dalla stessa title track, delicata ninna nanna che suggerisce la tenerezza della maternità e, più in generale, del percorso genitoriale in itinere, in cui si sviluppa l’amorevole istinto di protezione verso il figlio in arrivo. I toni, però, si fanno bruscamente cupi nella successiva “There’s Something Wrong”. L’incedere zoppo del tempo in sette quarti metaforizza la virata drammatica della vicenda. La scoperta della malattia, la paura e il coraggio per affrontarla, la preoccupazione e la speranza, il desiderio di offrire una chance, anche se remota, alla vita. Perché, come spiega Paolo, “c’erano due possibilità: interrompere la gravidanza o rischiare, perché una possibilità di darle una vita normale c’era“. Da qui nasce il carattere eroico del brano, che richiama la maestosità di certe colonne sonore. L’ipnotica introduzione da film horror, che rievoca efficacemente lo smarrimento iniziale, si trasforma ben presto nell’impavida cavalcata verso un futuro incerto e irto di tranelli.

Le atmosfere rarefatte di “New Life” comunicano, invece, la sensazione disorientata delle speranze frustrate. La “nuova vita” è soprattutto quella dei mancati genitori, costretti a reinventarsi un futuro, diverso da quello immaginato. Le domande e i pensieri che affiorano nella testa riecheggiano nella malinconica “Is It True?”, dove l’incredulità prende il sopravvento e ci si chiede se quanto accaduto sia reale o si sia trattato solo di un brutto sogno. Ma come tutte le fiabe, anche questa ha un lieto fine. O, almeno, ne cerca la parvenza. Non cancella, è vero, il passato, ma offre una via d’uscita per credere ancora nella vita. Il destino regalerà due figli alla coppia, come un arcobaleno che, con i suoi colori, arriva a spazzare via il grigiore del temporale. Le atmosfere, nuovamente lievi, di “Rainbow” sono dedicate a loro.

Paolo Gambino dà vita a un’opera coraggiosa. Perché non è mai semplice aprirsi al mondo con questa trasparenza, specie quando questo comporta rivelare tratti dolorosi della propria esistenza. Eppure, il pianista pinerolese lo ha fatto con grande serenità e con una notevole efficacia artistica. Inoltre, aver affrontato il racconto di una storia così personale, ha implicato l’immersione totale nella realizzazione dell’album. Una produzione completamente individuale che ne rafforza il sapore di confessione intima. Registrato nel proprio studio privato, infatti, il disco è composto, arrangiato ed eseguito completamente dallo stesso Gambino: ha suonato pianoforte e tastiere, ma anche chitarra, percussioni e basso. Strumento, quest’ultimo, di cui per altro, anche a dispetto delle sue auto-considerazioni, è un eccellente interprete (si vedano le puntate dell’autoironico format “Il bassista della domenica”, visibile sul suo canale YouTube).

“Lullaby (for an Angel)” è un lavoro commovente, pieno di forza e di spirito combattivo. Non nasconde i limiti e le fragilità della condizione umana, ma trasuda speranza, ottimismo e amore per la vita. La musica in esso contenuta è “dedicata ad Alice, a tutti i bimbi che hanno avuto una vita troppo breve e ai loro genitori“.

Ones

ones

Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

http://groovin.eu

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