Festa della Musica 2003: l’articolo inedito

In occasione dell’edizione 2003 della Festa della Musica di Pinerolo, fummo invitati a scrivere un articolo per l’organo ufficiale dell’evento. Purtroppo, per cause a noi non imputabili, consegnammo in ritardo lo scritto, che non venne quindi mai pubblicato. Nemmeno sul nostro sito. Il nostro commento alla scena pinerolese di allora rimase infatti chiuso nei nostri cassetti virtuali, confinato fino ad oggi all’interno dei nostri personali hard disk.

Abbiamo rispolverato l’articolo, che vi riproponiamo di seguito per una lettura integrale. Interessante operare delle riflessioni in merito a quanto sia cambiato il mondo musicale locale e a quante cose, nel bene o nel male, siano invece rimaste immutate.

Buona lettura.


Da www.groovin.it – giugno 2003

Nel luglio 2002, Arezzo Wave, la manifestazione italiana più importante tra quelle riservate ai gruppi rock emergenti, incoronava come vincitrice dello speciale premio fAWI una band di validi musicisti pinerolesi che risponde al nome di Too Tiki. È questo certamente il capitolo più vicino a noi cronologicamente, ma non certamente l’ultimo, della storia della musica locale che nel corso dei decenni ha saputo trascendere i confini di un’area geografica piuttosto provinciale, anche nell’accezione negativa del termine, ed imporsi a dispetto delle croniche carenze strutturali ed organizzative presenti sul territorio, grazie ad un’inesauribile creatività che la eleva al rango di isola felice di fama quantomeno nazionale.

Sarebbe impossibile contrassegnare con un’etichetta di genere l’incessante fermento che brulica nel sottobosco artistico pinerolese. Anzi, a colpire più di tutto è proprio la varietà delle proposte, l’eterogeneità degli stili, l’eclettismo dei suoi protagonisti, il cui elenco è talmente vasto che lo spazio a disposizione sarebbe sicuramente insufficiente per darne un’esauriente descrizione. Ai già citati Too Tiki, paladini di una musica di ispirazione nordica, che fonde contenuti fiabeschi alle potenzialità dell’elettronica, di cui sono abili manipolatori, dobbiamo però almeno aggiungere la vera rivelazione del momento, cioè i Kalamandra, già finalisti e vincitori di diversi concorsi in giro per la Penisola, con il loro pop etnico di stile cantautoriale, notevoli soprattutto per la loro impressionante maturità compositiva e la loro finezza negli arrangiamenti. Ecco quindi pronta una nuova generazione destinata a far conoscere l’arte di Euterpe nostrana in territori anche piuttosto lontani dall’agglomerato di valli e pianura in cui viviamo, pronti a seguire le tracce di formazioni storiche come gli Africa Unite o di successi più recenti quali Disco Inferno e Wah Companion, il side-project di Ru Catania, chitarrista degli Africa stessi.

Discorso analogo andrebbe fatto per il jazz, al cui scenario da sempre Pinerolo e zone limitrofe hanno fornito tasselli che definire importanti potrebbe essere addirittura riduttivo e che continua a sfornare talenti senza soluzione di continuità. Non c’è bisogno di presentazioni per personaggi del calibro di Andrea Allione, Aldo Mella e Andrea Ayassot che hanno già firmato pagine fondamentali per il jazz e per la musica d’autore italiana attraverso la loro collaborazione con alcuni dei mostri sacri del genere. Ma certamente una nuova ondata di giovani musicisti si sta apprestando a ripercorrerne il cammino glorioso. L’elenco sarebbe chiaramente più nutrito, ma citiamo solamente a titolo esemplificativo il cavourese Mattia Barbieri, già presente in alcune apparizioni live di Rossana Casale, e Andrea Bozzetto, pianista virtuoso, tra gli allievi di Franco D’Andrea al CPM di Milano, certamente destinato ad una luminosa carriera.

Come prevedibile però, questa breve carrellata, ridotta per ovvi motivi di spazio, rappresenta solamente la punta di un iceberg la cui parte sommersa costituisce la base su cui da sempre si costruiscono i grandi successi. Mi riferisco al mondo delle “cantine”, con la sua vitalità senza fine e il suo fitto intreccio di passioni, che anche nel Pinerolese è copiosa fonte di idee da cui sono passati per forza di cose anche i musicisti più importanti. Peccato che spesso la variopinta fauna che popola questo quasi anonimo quanto fondamentale universo debba scontrarsi quotidianamente con insormontabili montagne di pratiche burocratiche (leggi ENPALS), con una disinformazione disarmante, con la carenza di spazi dove esibirsi, con i gestori dei locali spesso più interessati al guadagno che non all’aspetto culturale e sociale della musica, con le pressioni ideologiche che spesso ne condizionano le scelte, e con la mentalità ottusa di chi continua a considerare la musica pop e rock come cultura di serie B.

Quindi, alla luce di queste osservazioni rimane la consapevolezza che la considerevole quantità di barriere disseminate sull’impervio sentiero lungo il quale la passione musicale costringe i suoi praticanti non ha impedito che certe potenzialità venissero comunque espresse raggiungendo livelli qualitativi assolutamente impareggiabili. Ma viene da chiedersi se nel tempo le asperità del percorso non abbiano potuto talvolta costituire un ostacolo invalicabile, contribuendo a delineare uno scenario comunque interessante ma forse meno ricco di come potrebbe risultare se la libera espressione artistica trovasse palcoscenici adeguati, ed agevolmente fruibili, dove manifestarsi in tutta la sua potenza aggregante e nella sua energia comunicativa. 

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Marco Ughetto, appassionato di musica e giornalismo, chitarrista e cantautore amatoriale, si laurea in Cinema al DAMS di Torino nel 2014, con una tesi sui rapporti tra cinema e cultura digitale. Nel 2002, insieme ad altri quattro amici, dà il via alla prima versione di Groovin' - il portale della musica nel Pinerolese.

http://groovin.eu

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