“Sincerity” è il titolo del nuovo EP dell’artista lusernese FAB, al secolo Fabrizio Priotto. Cantante ed eclettico polistrumentista, Priotto è conosciuto soprattutto per essere parte attiva dei Reach Out, la tribute band valligiana ai Depeche Mode. Meno nota ai più è invece la sua vena autoriale, che, dopo qualche anno nel mondo cover, viene resa pubblica attraverso questo suo primo lavoro da solista. Tre tracce interamente composte, cantate, eseguite e prodotte in autonomia, disponibili su Spotify dal primo marzo scorso.
La musica di FAB si ispira chiaramente al punk, in molte delle sue varianti. A partire da quella che a metà degli anni Settanta arrivò a detronizzare il narcisismo del rock progressivo, fino a quella che scalò le classifiche una ventina d’anni dopo con il suo imbastardimento pop. Certo, non possiede la medesima carica eversiva della prima. Nemmeno sapere che FAB è anche l’acronimo di “Fuck All Bastards” infonde le connotazioni anarcoidi che furono dei proseliti di Syd Vicious. Ma l’impronta stilistica che rimanda a quella fortunata stagione sono palesi. La vocalità della title track è molto vicina ai toni sguaiati dei vecchi punkster. E l’equilibrio tra le chitarre sferraglianti e l’arrangiamento dosato delle tastiere richiama i primi vagiti new wave di gruppi come gli Stranglers.
“Sincerity” non è comunque un lavoro fermo sulle sue posizioni. Sembra anzi voler ondeggiare avanti e indietro nel tempo. “A Great Real Joke”, ad esempio, è un David Byrne collocato nel punk revival di fine millennio. Il tutto incorniciato da atmosfere Radiohead–style, nella citazione – chissà quanto consapevole – dell’arpeggio di “No Surprises”. L’esordio discografico di FAB si completa poi con “Trust In You”. La bella traccia di chiusura, con i suoi arrangiamenti Brit Pop, rievoca ulteriormente gli anni Novanta, nel momento più godibile dell’intero lavoro.
Pochi o nulli, invece, i rimandi ai Depeche Mode, che ci saremmo aspettati copiosi visto il curriculum artistico del cantautore. Al contrario, FAB si perde molto liberamente per le strade che meglio lo rappresentano. Un nostalgico recupero di sonorità d’antan, privo forse di una precisa coerenza stilistica, ma estremamente emancipato e personale. Nell’attesa di ascoltare i nuovi lavori di FAB, già promessi tra le righe sulle sue pagine social, di seguito condividiamo il link Spotify delle tre canzoni già pubblicate.
Buon ascolto.